Diventano operative dal 1 ottobre 2021 alcune importanti novità legate al documento unico di circolazione e di proprietà, la nuova “carta d’identità” delle nostre auto.
Introdotta nel 2017 e pensata per semplificare le pratiche burocratiche relative ai veicoli circolanti in Italia, abbattendo anche i costi delle relative operazioni, è oggi ufficialmente a regime.
A determinare l’importante passo avanti è intervenuto infatti ora un provvedimento attuativo del Ministero delle Infrastrutture: il decreto firmato lo scorso 27 settembre.
Il documento unico di circolazione e di proprietà
Previsto dal decreto legislativo 98 del 2017, il documento unico riunisce in un solo certificato le funzioni del libretto di circolazione e del certificato di proprietà.
Al suo interno sono quindi riportati sia i dati tecnici del Ministero dei Trasporti, rilasciati dalla Motorizzazione civile, che quelli giuridici di proprietà registrati al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), gestiti in collaborazione con l’Aci. Nel documento unico è così possibile trovare qualifiche del veicolo come cilindrata, potenza, posti o emissioni, la sua situazione giuridica (eventuali ipoteche o fermi amministrativi) e i dati (a partire da luogo e data di nascita e residenza) del proprietario o del guidatore abituale in caso di noleggio a lungo termine. Dopo una lunga fase transitoria, in cui si è progressivamente tenuto in piedi sia il vecchio che il nuovo sistema, adesso si entra concretamente nel vivo.
Le novità del nuovo decreto
Con l’entrata in vigore del nuovo decreto ministeriale, dal 1 ottobre 2021, per le richieste relative a operazioni di motorizzazione e di PRA, le procedure telematiche rilasciate dal Centro elaborazione dati della Direzione generale per la motorizzazione del Ministero della Mobilità sostenibile daranno infatti luogo, obbligatoriamente, all’emissione del documento unico.
Nell’ambito di applicazione del decreto legislativo 98, dunque, non saranno più emessi né la carta di circolazione e i relativi tagliandi di aggiornamento, né il certificato di proprietà nativo digitale o altra certificazione che attesti la proprietà e lo stato giuridico del veicolo.
Questo sia per i veicoli già in possesso di documento unico che per quelli che ancora ne sono sprovvisti, essendo ancora dotati della vecchia documentazione. In caso di scadenza, furto, smarrimento, distruzione o deterioramento del CdP cartaceo. si dovrà richiedere il DU.
La carta di circolazione propedeutica
Per tutte le operazioni non ancora gestite con le nuove procedure telematiche, il decreto prevede che venga emessa una carta di circolazione propedeutica, stampata su un semplice foglio bianco in formato A4.
Su questo documento, rilasciato a uso interno degli sportelli telematici dell’automobilista, sia pubblici che privati, comparirà anche la scritta “non valida per la circolazione”
Per stampare il documento unico di circolazione e proprietà andrà invece obbligatoriamente utilizzato un applicativo predisposto dal Centro elaborazione dati in collaborazione con l’Aci.
La stampa del nuovo documento unico sarà consentita a partire dal primo giorno lavorativo successivo alla emissione della carta di circolazione propedeutica.
I vantaggi del documento unico
L’introduzione del documento unico in Italia si lega alla direttiva europea volta a ridurre la burocrazia.
Oltre a beneficiare di uno snellimento degli iter delle pratiche, con un risparmio ad esempio dei costi dei bolli per la registrazione al Pra, l’automobilista è inoltre tenuto a conservare una minor mole di carte. E, in caso di compravendita, si può andare verso il passaggio di proprietà attraverso una semplice firma elettronica in agenzia.
I vantaggi interesseranno anche la Pubblica amministrazione, con un abbattimento di costi di produzione, gestione, controllo e archiviazione dei documenti.
Inoltre tutte le informazioni del veicolo, in caso di necessità, potranno essere verificate in tempo reale.
Alberto Minazzi
allo fine il passaggio però e aumentato!!! vergogna