Quando camminate in città o se le avvistate in casa o altri ambienti, fate attenzione. Perché quelle che magari vi stanno volando intorno potrebbero non essere semplici zanzare bensì zanzare Giapponesi.
Sono tra gli ultimi arrivi in Italia per effetto dei cambiamenti climatici.
Dopo la zanzara coreana e la conosciuta zanzara tigre, è quindi adesso la loro volta.
Sono insetti la cui proliferazione senza controllo potrebbe diventare un pericolo, in quanto capaci di trasmettere malattie gravi come la Dengue, la Chikungunya e la West Nile, encefalite giapponese, un particolare tipo di emicrania caratterizzata da mal di testa pulsanti, febbre e disturbi gastrointestinali.
Dall’Asia al Triveneto, le zanzare esotiche “di montagna”
La zanzara giapponese è un insetto diurno e molesto .
D’inverno muore ma depone uova che resistono al freddo e senz’acqua. Tollera molto bene le basse temperature, tant’è vero che vive anche in zone di montagna, fino a mille metri. E sta proliferando nel nord Italia.
Secondo la ricostruzione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel nostro Paese 6 anni fa, quando è stata avvistata in una valle del Friuli Venezia Giulia, dove sarebbe arrivata dall’Austria, probabilmente portata dalle auto in transito da uno Stato all’altro.
Attualmente la sua presenza è in tutta l’area montana e pedemontana.
Il timore è che dall’area nord orientale dell’Italia possa diffondersi anche in quella occidente e altre zone del Paese.
La zanzara giapponese
Il suo nome scientifico è Aedes japonicus. Assomiglia alla zanzara tigre ma è di dimensioni maggiori.
Nasce e vive nei boschi ma si diffonde rapidamente nelle aree urbane.
E’ considerata la terza specie più invasiva tra le zanzare e la troviamo nella top cento nelle specie più invasive del mondo. Le aree di origine sono Giappone, Corea, Taiwan, Cina Meridionale e Russia.
Ma la sua presenza è stata dimostrata negli Stati Uniti, in Austria, Belgio, Canada, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Olanda, Svizzera, Slovenia e ora anche in Italia.
Come difendersi da un potenziale pericolo
Forse non tutti lo sanno ma una classica via di diffusione per le zanzare – come spiegano gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – sono le piante ornamentali e gli pneumatici usati.
Oltre a proliferare in contenitori che possono accumulare acqua anche in piccole quantità, diventando un habitat adatto in cui le uova si possono sviluppare.
Per questo, la raccomandazione è quella di evitare il più possibile la formazione di ristagni umidi – l’ambiente che prediligono – in secchi, bidoni o sottovasi delle piante. Oltre a trattare i tombini privati e le vasche all’aperto con larvicidi, utilizzare zanzariere alle finestre e mantenere pulite le aree in cui si vive. E se vogliamo allontanare il rischio che ci pungano? Un buon repellente è sempre efficace.
Silvia Bolognini