La riforma della Giustizia è a un passo dall’obiettivo raggiunto.
Con l’approvazione, il 21 settembre, al Senato, del nuovo codice della giustizia civile, i contenziosi, secondo le stime del Ministero, si ridurranno del 40% e la loro durata di oltre 2 anni e mezzo.
Nel pomeriggio di oggi, 23 settembre, si attende invece il voto finale sul provvedimento che riguarda la riforma della giustizia penale, i cui primi due articoli sono passati con la fiducia al Senato, con 208 voti a favore e soli 28 no.
Anche in questo ambito, si arriverà a una riduzione di un quarto dei tempi oggi necessari per la definizione dei vari procedimenti.
Nell’uno e nell’altro caso, sono numerose e importanti le novità introdotte.
Tappe fondamentali per l’attuazione del Pnrr
Quella della giustizia è una delle riforme cardine per allinearsi con le nuove norme Ue e per ottenere quindi i fondi del Pnrr.
Per poter spendere tutti i 191 miliardi comunitari concessi fino al 2026, è infatti condizione imprescindibile il rispetto di una serrata tabella di marcia, con una serie di scadenze già dietro l’angolo e 51 obiettivi delineati dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) da raggiungere entro la fine di dicembre. Ed è in tal senso che il Governo Draghi ha già iniziato a imprimere una significativa accelerata alle attività da svolgere tra uffici e aule.
Cosa cambia nella giustizia civile
Attualmente, ogni contenzioso civile ha una durata media di 2.656 giorni: oltre 7 anni.
La riduzione a 1000 giorni sarà quindi il principale risultato.
A garantirlo non saranno solo le novità che riguardano la procedura ma anche il maggior spazio che sarà dato alla negoziazione assistita e alla mediazione.
Ma la novità maggiore riguarda la tutela delle donne e dei figli vittime di violenza. Per loro, infatti, si aprono le porte del nuovo Tribunale della Famiglia, dove saranno indirizzati tutti i procedimenti relativi ai divorzi, agli affidamenti dei figli e, appunto, alle violenze in famiglia.
Cosa cambia nella giustizia penale
Anche per il processo penale l’obiettivo finale della riforma prevista dal disegno di legge Cartabia, che interviene anche sui riti alternativi, è quello di velocizzare i tempi dei procedimenti, fin dalle indagini preliminari, la cui durata dipenderà dalla natura dei reati per cui si procede.
Quanto alla durata del processo, previsto un periodo fino a 2 anni di base in appello, più la possibilità di una proroga motivata dal giudice di massimo un anno, e di 1 anno (più 6 mesi di proroga) in Cassazione.
Il regime speciale per i reati gravi
È però previsto un regime speciale, senza limiti al numero di proroghe, per alcuni reati ritenuti più gravi: associazione di stampo mafioso, terrorismo, violenza sessuale e associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti. Per i reati con aggravante mafiosa sono previste fino a due proroghe ulteriori. Restano esclusi dalla disciplina dell’improcedibilità i reati puniti con l’ergastolo.
Passaggio per gradi
Le nuove norme, valide per i reati commessi dopo il 1 gennaio 2020, entreranno in vigore gradualmente. Previste norme transitorie fino al 2024, con tempi di improcedibilità più lunghi, e l’entrata a regime nel 2025. In questo periodo, sarà anche immesso nel sistema nuovo personale per oltre 20 mila nuove unità.
Una delle altre principali novità riguarda la prescrizione del reato, che “cessa definitivamente con la pronuncia della sentenza di primo grado”, tranne i casi di annullamento della stessa, che determinerà la ripresa della decorrenza dei termini
Processo penale: la giustizia riparativa
La riforma affida agli uffici del pubblico ministero, sulla base di criteri generali indicati con legge dal Parlamento, l’individuazione delle priorità delle notizie di reato, per le quali l’azione penale va trattata con precedenza rispetto alle altre.
Si introduce inoltre, nel rispetto delle direttive europee, il principio della giustizia riparativa, che considera il reato prima di tutto in termini di danno alle persone, obbligando l’autore a rimediare alle conseguenze lesive della sua condotta. Il Governo sarà delegato a realizzare una disciplina organica in materia.
I riti alternativi
Relativamente ai riti alternativi, nella prospettiva di un’estensione della loro applicabilità, si introducono nuove norme relativamente a patteggiamento (con la possibilità di estendere anche alle pene accessorie e alla confisca facoltativa l’accordo tra imputato e pubblico ministero quando la pena detentiva supera i due anni), giudizio abbreviato (con un’ulteriore riduzione di pena di un sesto in caso di mancata impugnazione), procedimento per decreto ( estinzione del reato potrà esserci non solo decorsi i termini ma anche dopo che la pena pecuniaria sarà stata pagata) e giudizio immediato.
Una maggior tutela per le vittime di violenza di genere
Le disposizioni a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere vengono poi estese anche alle vittime di tentato omicidio e in caso di reato solo tentato. Diventa infine obbligatorio l’arresto in flagranza per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento di un ex ai luoghi frequentati dall’ex partner.
Riforma della giustizia e Pnrr
Riforma del processo civile e riforma del processo penale rientrano tra gli obiettivi che l’Italia è chiamata a raggiungere entro fine 2021 per rispettare gli impegni presi con l’Europa e ricevere i fondi del Recovery Fund. Il controllo dell’Unione sul concreto utilizzo delle risorse avviene ogni 6 mesi, ma gli obiettivi sono fissati con scadenza trimestrale. Si è partiti da giugno, con la necessità di approvare il decreto sulla governance del Pnrr e quelli sulle semplificazioni di appalti pubblici e altre procedure burocratiche.
In scadenza a fine settembre sono invece il decreto per il monitoraggio dei rischi idrogeologici, quello sui nuovi impianti di gestione dei rifiuti, quello volto a incentivare l’imprenditoria femminile e quello di rifinanziamento della società di Cassa Depositi e Prestiti che sostiene le imprese che si affacciano sui mercati esteri. Le riforme dei processi (compreso quello fallimentare) hanno scadenza a dicembre, insieme a una serie di decreti attuativi, a partire da quello sulle semplificazioni.
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