È confermato: senza Green pass, si perde lo stipendio ma non il posto di lavoro.
L’esclusione del rischio di licenziamento è la principale modifica all’originaria bozza del testo del decreto che introduce dal 15 ottobre l’obbligo della certificazione Covid anche per i lavoratori, sia pubblici che privati. Un provvedimento arrivato ora alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dopo la firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
E mentre crolla all’1% il tasso di nuovi positivi individuati con lo screening attraverso i tamponi, sul fronte delle restrizioni legate al contrasto alla diffusione del contagio sono ore decisive nella prospettiva di un allentamento.
In tal senso, il ragionamento del Governo si sta incentrando sui luoghi di spettacolo, su stadi e palazzetti sportivi, fino alla possibilità di una riapertura di discoteche e sale da ballo.
Il decreto Green Pass
Nella serata di ieri, martedì 21 settembre 2021, il presidente Mattarella ha dato il via libera al testo del decreto, sul quale era stato apposto in precedenza il necessario bollino della Ragioneria dello Stato dopo alcune modifiche alla bozza precedentemente apportate dall’Ufficio legislativo di Palazzo Chigi.
Quella con gli effetti sostanziali più importanti, rispetto a quanto inizialmente previsto, è la cancellazione della sospensione del lavoratore che non presenta il Green Pass al datore di lavoro. Soluzione, questa, caldeggiata anche dalle parti sindacali in quanto, se reiterata, la sospensione prelude al licenziamento.
In questo caso, si configurerà cioè pur sempre un’oggettiva assenza ingiustificata, che farà perdere il diritto allo stipendio. Ma non si innescherà il meccanismo che metterebbe a rischio lo stesso posto di lavoro di chi non è in possesso della certificazione. Come testimonia il boom di prenotazioni per la vaccinazione, questa sorta di misura intermedia è stata infatti ritenuta sufficiente per incentivare ulteriormente la campagna vaccinale senza l’introduzione di un vero e proprio obbligo. Resta comunque aperta la partita sui lavoratori autonomi e sulla necessità di Green pass per accedere al Parlamento.
Teatri, cinema, stadi, palazzetti… e discoteche
Si lega proprio al raggiungimento di una percentuale di vaccinati sempre più alta la possibilità, seriamente presa in considerazione dall’Esecutivo, di allargare la percentuale di riempimento dei luoghi di pubblico spettacolo, come teatri e cinema, e di quelli che ospitano manifestazioni sportive, come stadi e palazzetti.
L’obiettivo finale è quello di arrivare il prima possibile a una riapertura totale. Resta da definire, soprattutto in questa fase, il ruolo del Comitato tecnico scientifico, riguardo al quale non è univoca la posizione dei diversi ministri.
Una prima tappa intermedia verso la riapertura, alzando la capienza dall’attuale 50% a una percentuale tra il 75% e l’80%, sempre con Green Pass, potrebbe però arrivare già da ottobre.
La valutazione del Governo, come ha reso noto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, arriverà infatti per il 30 settembre.
In quella sede si discuterà anche del tema degli eventi musicali dal vivo e delle discoteche, che sono ormai chiuse da un anno e mezzo.
La soluzione, in questo caso, potrebbe essere una riapertura al 75%, ma con l’obbligo della mascherina oltre a quello di presentazione del Green pass.
Sostituzioni e tamponi
Il nuovo testo del decreto dovrebbe, secondo indiscrezioni, contenere anche delle novità che riguardano le piccole aziende. Quelle, per intenderci, con meno di 15 dipendenti e che, a fronte di assenza di green pass per alcuni di loro, potrebbero trovarsi in forte difficoltà nel caso in cui “congelassero” le loro presenze.
A questo proposito sarebbe stata introdotta per loro la possibilità di sostituire i dipendenti privi di green pass per un massimo di 20 giorni.
Per quanto riguarda invece i tamponi, il governo avrebbe messo nero su bianco l‘obbligo, per le farmacie, di applicare il prezzo calmierato, che deve essere quindi “assicurato da tutte le strutture sanitarie convenzionate, autorizzate o accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale e autorizzate dalle regioni alla somminstrazione”.
Il test molecolare avrà una durata di 72 ore, mentre per quello antigenico o salivare di 48 ore.
A tutela degli esenti del vaccino, per i quali i tamponi saranno invece gratuiti, il decreto ha previsto una copertura di 105 milioni di euro.
L’andamento del contagio
Nell’ultimo bollettino quotidiano, quello del 21 settembre, sull’andamento della pandemia a livello nazionale, il dato che maggiormente incoraggia rispetto al calo della curva epidemica è quello del tasso di positività. Su 330.275 tamponi effettuati, la percentuale di nuovi positivi (3.377) si è infatti dimezzata, passando dal 2% all’1%.
In calo, su base nazionale, anche il numero di ricoveri (-45) e dei pazienti in terapia intensiva (-7).
Tra le regioni in bilico, in vista della classificazione di venerdì, la Calabria è al 18% di occupazione in area non critica (rispetto a un massimo del 15%) e al 9%, cioè sotto il limite, in rianimazione.
Il trend positivo è confermato anche dall’aumento dei guariti (+6.308) e il calo degli attualmente positivi (-3.001). È la Sicilia la regione dove si è registrato, pur facendo segnare una diminuzione nel confronto su base giornaliera, il numero più elevato di nuove positività: 492. Il dato siciliano incide in maniera particolare anche sui nuovi 67 decessi per Covid in Italia. Al riguardo, però, va precisato che in gran parte ciò è dovuto all’aggiornamento dei dati derivanti dai giorni precedenti. Solo 2 delle 23 nuove morti in Sicilia si è infatti verificato nelle ultime 24 ore precedenti il bollettino.
Alberto Minazzi
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