Per Paolo Poggi, direttore sportivo ed ex bomber del Venezia FC, è “lo stadio più bello del mondo, un vero e proprio salotto”. E non è il solo a pensarlo.
Da molte parti d’Italia si inneggia in questi giorni alla straordinaria bellezza dell’unico stadio sull’acqua: il Pier Luigi Penzo di Venezia.
Il secondo più antico stadio d’Italia tra quelli tuttora in uso, (il primo è lo stadio Luigi Ferraris di Genova, inaugurato nel 1911) è stato rimesso a nuovo e si appresta ad ospitare, domenica 19 settembre, a Sant’Elena, la prima partita in casa del Venezia in serie A.
Una lunga storia tra promozioni e retrocessioni
Dal 1913, anno in cui è stato inaugurato, la sua storia si è barcamenata tra alti e bassi, promozioni e retrocessioni, fallimenti societari, decisioni di chiusura, riaperture. E varie operazioni di restyling come quella del 1991, importante ma comunque provvisoria per ospitare le partite del campionato cadetto quando il Venezia tornò in B, ma anche momenti di gloria nelle stagioni 1998-1999, 1999-2000 e 2001-2002, quando lo squadra di casa era in serie A e le porte del Penzo si aprivano per ospitare grandi squadre. Poi la decisione di costruire il nuovo stadio a Tessera e la chiusura.
Infine, una nuova svolta.
110 giorni di restauro
“Grazie all’efficace sinergia con il sindaco e con le autorità locali, alle competenze delle società fornitrici coinvolte e al prezioso contributo della squadra di lavoro coordinata dal Consigliere Delegato, Andrea Cardinaletti, alla fine sono stati approvati i lavori di ampliamento dello stadio Penzo, che sarà quindi riaperto ai tifosi a partire dal match tra Venezia FC e Spezia”, aveva annunciato la società con una nota ufficiale.
Nei 110 giorni serviti per il suo restauro, sono state ampliate le Curve e il settore Distinti, sono stati realizzati nuovi impianti luci e audio (lo stesso dello Juventus stadium, ndr), una nuova area hospitality, nuovi tornelli e filtri di sicurezza. Nuovi pure le sedute in tribuna centrale, l’impianto di videosorveglianza e le uscite di emergenza, completamente rifatto il campo in erba naturale, come anche i punti ristori e il bar (uno restaurato e sette realizzati ex novo), gli spogliatoi e i servizi igienici. Anche la facciata esterna dello stadio non è più quella screpolata e degradata di solo pochi mesi fa.
Le tre aree dello stadio: Rialto, San Marco e Giudecca
Lo Stadio Penzo è dunque pronto ad accogliere, sia pur con capienza al 50% (pari a 5.575 posti disponibili per i possessori di Green pass, ndr), i propri tifosi e quelli ospiti.
L’anno prossimo, in caso di salvezza, il Penzo dovrà subire ulteriori modifiche, passando a 16.500 posti a sedere, per ottenere la licenza Uefa.
Nel frattempo, sono state eliminate le barriere tra campo e spalti per far sentire ancor più vicini e partecipi gli spettatori e sono stati creati 75 posti (150 quando le restrizioni Covid saranno eliminate) vicino alla panchina del mister lagunare, con hospitality dedicata per quella che sarà una “pitch view” da dove vivere la partita direttamente sull’erba. Curiosa e identitaria anche la scelta dei nomi per le tre aree dedicate agli ospiti: Rialto, San Marco e Giudecca. Sempre in ottica di accoglienza, il Penzo è fornito poi di una ampia terrazza panoramica, situata tra la tribuna e la curva nord, da dove è possibile ammirare una spettacolare vista sulla laguna.
Un nuovo esordio colorato e accattivante
L’antico stadio si presenta dunque oggi in una veste nuova, accattivante, moderna e tutta colorata di Arancioneroverde, dai seggiolini delle curve, distinti e tribune, che disegnano una suggestiva onda, alle reti delle porte, tricolore anche loro, fino alla scritta Venezia, in bianco, che capeggia in tutte le aree a sedere.
“Uno stadio sospeso sull’acqua, fra mare e laguna, con le Dolomiti a fare da sfondo, non lo si trova in nessun angolo del globo”, ha detto Bruno Agazia, presidente del club Alta marea, che saluta così l’inaugurazione del Penzo per la sua prima partita in casa in Serie A.
“Un battesimo di vino generoso e di sangue gentile”
Le cronache lo sottolineavano già all’epoca della sua realizzazione.
Allora, aveva una tribuna in legno e tra le sue memorie annovera quella, particolare, della sua inaugurazione, il 7 dicembre 1913, con una “bottiglia di Sciampagna” contro uno dei pali delle porte, che non si voleva rompere e che lo fece solo quando la signorina Ines Taddio, figlia di uno dei dirigenti dell’epoca, riuscì nel suo intento grazie a un martello sportole in aiuto. Si ferì con una scheggia della bottiglia e quello del Penzo fu definito dal cronista della “Gazzetta di Venezia” un “battesimo di vino generoso e di sangue gentile“.
Un nuovo debutto
Nei suoi 108 anni, lo stadio ha conosciuto altri tagli del nastro e diversi nomi.
Pier Luigi Penzo gli fu attribuito nel 1931, in ricordo dell’aviatore veneziano morto nel 1928, durante la prima guerra mondiale, “tornando in volo dal Polo Nord, dove aveva salvato Umberto Nobile”. Ora, è pronto al nuovo debutto, con una nuova società, una nuova squadra e tutte le intenzioni di restare “il secondo più antico stadio d’Italia” ancora in uso. Un unicum.
Claudia Meschini