Il transito delle grandi navi da crociera attraverso bacino San Marco e canale della Giudecca, a Venezia, è di fatto ora ufficialmente fuorilegge.
Il decreto del Governo Draghi contenente “Misure urgenti per la tutela delle vie d’acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia” ha avuto infatti il via libera alla conversione in legge dalla Camera con 363 voti favorevoli, 15 contrari e 4 astenuti. E il testo passato in Parlamento è quello in precedenza approvato al Senato, senza ulteriori emendamenti.
Le navi escluse
Già dallo scorso 1 agosto 2021, i “colossi bianchi” del mare hanno sospeso i propri approdi alla Marittima veneziana. Prevedendo limiti molto più stringenti rispetto al precedente decreto Clini-Passera del 2012, seguito alla tragedia del Giglio, il decreto ora convertito ha ridotto le dimensioni delle navi ammesse al transito in centro storico. Da 40 mila tonnellate, si è così passati a sole 25 mila, con l’indicazione anche di limiti dimensionali di lunghezza (180 metri di scafo) e di altezza (35 metri).
La soluzione provvisoria per le navi
Dopo lo stop di agosto, da settembre alcune navi hanno ripreso a fare scalo a Venezia, negli approdi provvisori già individuati dal precedente decreto convertito a maggio.
Si tratta di quelli Tiv e Vecon a Marghera e, per le navi di medie dimensioni, del terminal traghetti di Fusina, tutti nell’entroterra veneziano.
Sempre in terraferma, in attesa dell’esito del concorso di internazionale di idee per la realizzazione di un nuovo terminal esterno alle bocche di porto previsto dallo stesso decreto, è stata prevista la realizzazione di una nuova Stazione marittima, sulla sponda settentrionale del Canale industriale nord.
Gli interventi da effettuare
La nuova legge prevede uno stanziamento di 157 milioni di euro, subordinati all’intesa tra i Ministeri della Infrastrutture e dell’Ambiente, per la realizzazione di investimenti in opere portuali. Di questi, 65 milioni serviranno all’adeguamento dei canali.
In particolare del Malamocco-Marghera, già utilizzato dalle navi mercantili, che costituisce la nuova via di transito delle crociere in Laguna. Per la gestione delle risorse, sono stati attribuiti poteri commissariali ad hoc al presidente dell’Autorità portuale, chiamato a realizzare tra l’altro i 5 approdi provvisori a Marghera, che dovranno entrare in funzione entro la stagione crocieristica 2022. Dopo gli emendamenti introdotti al Senato, tutte le opere dovranno comunque essere sottoposte alle valutazioni Via e Vas.
Ristori e altre misure
Il decreto legge convertito prevede inoltre lo stanziamento delle risorse necessarie per i ristori alle imprese e ai lavoratori danneggiati dal provvedimento.
Si tratta di 10 milioni di euro, tra il 2021 e il 2022, per la cassa integrazione straordinaria e, sul fronte delle imprese, di 35 milioni per il 2021 e 22,5 per il 2022.
Con la conversione della legge, infine, è stata approvata anche la ripartizione dei fondi di legge speciale per la salvaguardia della Laguna fino al 2024, ammontanti a 40 milioni complessivi, e, spostandosi da Venezia, dei fondi per l’Ilva di Taranto.
Brugnaro: “Ora si proceda con la messa in sicurezza e la manutenzione dei canali portuali”
Commentando la decisione della Camera, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha manifestato soddisfazione, sottolineando però anche la necessità di passare subito ai fatti.
“Il decreto convertito in legge – ha affermato – segna un punto fermo in quel percorso di tutela e salvaguardia della città di Venezia che da anni stiamo portando avanti e che finalmente ha trovato nel Presidente Draghi un serio alleato. Ora possiamo contare su un rafforzamento e una velocizzazione degli interventi. Ma vigileremo insieme che il cronoprogramma dei lavori sia rispettato e non vi siano ritardi. Bisogna che immediatamente si proceda alla messa in sicurezza e alla sistemazione del Canale dei Petroli Malamocco-Marghera e vengano avviate al più presto le attività propedeutiche alla manutenzione degli altri canali portuali, tra cui il Vittorio Emanuele, per riportarli alle profondità previste dal Piano Regolatore Portuale del 1965”.
Alberto Minazzi
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