30 mila pazienti l’anno e bilanci in attivo, nonostante i medici che vi lavorano siano di fatto dei volontari e le cure, quindi, siano elargite gratuitamente.
In un quartiere di periferia della Calabria, Pellaro, c’è un ambulatorio che per tutto l’hinterland è diventato un vero e proprio punto di riferimento.
Si chiama ACE, è un centro di eccellenza, ma è di fatto un poliambulatorio solidale e può permettersi di garantire a tutti il diritto alla salute grazie alle donazioni dei cittadini.
Se a Napoli, quindi, usanza vuole che, per solidarietà, si lasci nei bar il famoso “caffè sospeso”, in questo quartiere calabrese, da dieci anni a questa parte, a restare “sospesa”, quindi fruibile, è la cura.
Da cardiologia a urologia, da endocrinologia a gastroenterologia fino alla psichiatria infantile, all’ortopedia, alla neurochirurgia infantile e molto altro ancora, medici, infermieri e personale amministrativo, circa 20 persone, si mettono a disposizione di chi non potrebbe permettersi, ma ne ha necessità, una visita specialistica.
L’appuntamento viene preso su prescrizione del medico di base e ognuno, se può, fa una donazione libera.
Se non può, non lascia alcunché, perché per le persone in difficoltà è stato concepito questo ambulatorio solidale.
Nato in una vecchia struttura, ottenuta in comodato d’uso, dell’Asl locale, il centro si è ampliato sempre più e oggi comprende anche un parco, una biblioteca e un laboratorio di ricerca.
Società +
ACE, il poliambulatorio calabrese dalle "visite sospese"
14 Settembre 2021