“Faccio appello alle categorie che hanno accesso diretto al vaccino e a tutti coloro che ancora devono vaccinarsi, di approfittare di farlo ora, perché quando scatterà la circolare per la terza dose a anziani e fragili probabilmente la priorità diventa quella. Chi ha deciso di vaccinarsi non attenda oltre”.
Il presidente della regione Veneto Luca Zaia arriva al consueto punto stampa con numeri alla mano.
Le novità introdotte negli ultimi giorni dal governo in merito all’obbligatorietà del green pass per alcune categorie e della terza dose per persone fragili e anziani, porteranno a delle variazioni del piano vaccinale.
Le terze dosi
In Veneto sono 171 mila le persone fragili e 365 mila gli anziani.
Considerando che entro dicembre dovranno sottoporsi alla terza dose anche tutti coloro per i quali sono scaduti i 6 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale, sono di nuovo al via circa 2 milioni di persone.
Ecco perché il presidente Zaia sollecita quanti hanno finora atteso per recarsi a uno degli hub vaccinali.
La situazione
Lo stanno facendo in massa i ragazzi tra i 12 e i 19 anni e anche il range di chi ha tra 30 e 39 anni sta recuperando. Il trend della popolazione vaccinata, dunque continua a crescere.
Sia per i giovanissimi che per la classe 1992/2000, così come tra coloro che hanno tra i 52 e i 61 anni, la percentuale dei vaccinati supera ora il 70%.
La forte accelerazione della campagna vaccinale che c’è stata da aprile in poi ha portato al superamento delle 55 mila dosi somministrate su un giorno. Restano ancora gli indecisi, che sono invitati ora a farsi coraggio. Restano poi coloro che non intendono proprio fare il vaccino e coloro che sulla pandemia hanno creato le proprie verità, divulgandole come universali e arrivando, in alcuni casi, ad azioni estreme.
“Minacce e intimidazioni non possono essere derubricate a critica politica”
“Il sale della democrazia è la libertà di pensiero, però -ha risposto il presidente Zaia a una domanda su cosa pensi di questa situazione- le persone devono essere rispettate. Sono stati aggrediti giornalisti, ci sono state delle minacce nei confronti di medici e amministratori e c’è una sottovalutazione del problema. Si è creato un substrato, quanto meno ideologico e certe affermazioni non possono essere liquidate come critica politica. Alcune sono davvero gravi e se la legge prevede una derubricazione di questi fatti, la legge va cambiata. Sono venti mesi che si va avanti così – ha ricordato il presidente -. Siamo accusati di aver ammazzato le persone in terapia intensiva, di far tamponi per inserire microchip nel naso alla gente, di fare i vaccini per obbedire a una strategia precisa finalizzata a portar soldi alle grandi aziende farmaceutiche, di essere dei criminali al soldo dei grandi livelli internazionali. Queste cose sono folli, ma vanno prese seriamente. Uno mi ha scritto “ti sparo in bocca” – ha raccontato- E’ stato individuato. Era un militare, con famiglia. Alla fine ha fatto volontariato alla Croce Rossa”.
Il Veneto resta in zona bianca
In un contesto sociale che si sta sempre più incrudendo, le cose devono andare avanti.
La situazione veneta non è grave in questo momento ma pesano gli 11719 decessi registrati da inizio pandemia a oggi. Attualmente i pazienti in terapia intensiva per Covid sono 58, quelli in area non critica 250.
I dimessi sono 23041.
“Resteremo in zona bianca – ha anticipato Zaia- Il valore Rt si attesta a 0,91, l’incidenza a 81,3 su 100 mila abitanti a settimana. L’ occupazione in area medica non intensiva è al 3%,in area intensiva 5%. Ma lunedì 13, con l’inizio delle scuole, abbiamo un appuntamento con la storia – ha rilevato- Siamo preoccupati per l’inizio dell’invernata”.