Lo scorso marzo avevano ideato insieme e sottoscritto il decalogo delle città d’arte per individuare un nuovo modello di turismo e spazi di intervento per i sindaci. A distanza di qualche mese, i primi cittadini di Firenze Dario Nardella e di Venezia Luigi Brugnaro si sono ritrovati a Mestre in occasione del Festival della Politica che ha preso il via il 9 settembre e proseguirà fino al 12. Dal palco in piazza Ferretto Nardella e Brugnaro si sono confrontati sul futuro delle metropoli.
Più poteri ai sindaci
Nel corso del dialogo davanti a una folta platea, Dario Nardella e Luigi Brugnaro hanno dialogato sul futuro delle città d’arte trovandosi in accordo su quella che deve essere la loro gestione benchè il colore politico sia diverso. I due primi cittadini chiedono un piano strategico nazionale per il turismo entrambi convinti che siano necessarie, come ha sottolineato il sindaco di Venezia, «meno polemiche e più fatti».
Dopo mesi bui a causa del Covid, oggi il settore è in buona parte ripartito ma «se vuoi il turismo – ha dichiarato Nardella – allora vuoi anche i turisti: le due cose stanno per forza assieme. Purtroppo però per recuperare un’assenza di civiltà da parte di chi visita le città d’arte ci vogliono nuove norme, il turismo non lo puoi governare solo dalla tua città».
«Noi sindaci – gli ha fatto eco Brugnaro – abbiamo bisogno di più poteri dal Governo. Avevamo proposto di dare al giudice di pace poteri penali, fino a dieci giorni di carcere gestiti dalla città per chi si butta dai ponti per fare il fenomeno, per gli ubriachi molesti, per chi imbratta i monumenti. E’ singolare che due sindaci di città così importanti come Venezia e Firenze non siano ascoltati dal Governo».
Tempi rapidi come per il ponte di Genova
Brugnaro e Nardella fanno fronte comune anche sul Recovery Fund e la pioggia di miliardi dei quali, dopo un anno e mezzo, ancora nulla è arrivato nelle casse dei due comuni. «Da presidente dell’Associazione dei Sindaci europei ha precisato Nardella – dico che è necessario che le città siano le sue stazioni appaltanti. Solo le amministrazioni locali possono coinvolgere le comunità. Il medesimo discorso vale per il passaggio attraverso le regioni per la gestione delle grandi opere». La direzione deve essere quella di portare a casa i progetti in tempi il più rapidi possibile, basti pensare al ponte di Genova come modello per le amministrazioni comunali.
Da parte sua Brugnaro, che negli interventi ha unito il suo ruolo cittadino a quello di leader del neonato partito nazionale Coraggio Italia, ha ribadito: «Io ho fatto un partito perché i partiti li detesto. Ho visto in 60 anni lo squallore di tante promesse mai mantenute. La grande domanda è: cosa ognuno di noi riesce a fare per i bambini e per il futuro, oltre alle dichiarazioni? Io credo sia il lavoro. Dobbiamo agganciare il popolo delle persone che vanno a lavorare, chi ha lavorato e quei ragazzi che hanno volontà e un lavoro lo cercano attraverso ogni opportunità. Io vengo da questo mondo, questa è la mia famiglia e la realtà che voglio rappresentare».
Silvia Bolognini