Inizierà nei prossimi giorni, con la ripresa dell’attività parlamentare dopo la sosta estiva, l’esame del disegno di legge delega S.2316 per la promozione del lavoro agile nei piccoli comuni d’Italia. Il testo, promosso dal club “I borghi più belli d’Italia”, è stato depositato al Senato su iniziativa del senatore democratico Bruno Astorre, e ha raccolto a sostegno la firma di altri 35 senatori.
I piccoli comuni e lo spopolamento
L’ambito di applicazione del disegno di legge, composto da 3 articoli, sono i comuni con popolazione residente fino a 5.000 abitanti
Piccole realtà territoriali che «da oltre un decennio – si legge – registrano un progressivo spopolamento, accompagnato dall’invecchiamento della popolazione e dalla rarefazione delle opportunità di lavoro, con il conseguente diradamento dell’offerta dei servizi essenziali».
Le piccole comunità con meno di 5.000 abitanti rappresentano oltre il 70% dei quasi 9 mila comuni italiani. E vi risiede una popolazione di circa 11 milioni di cittadini.
Dalla pandemia al rilancio
Lo spunto per ripensare adesso il modello di rinascita arriva da quanto vissuto in questo lungo periodo di pandemia.
Il sempre più diffuso ricorso allo smart working ha portato molti a riscoprire i lati positivi della vita in un piccolo centro, mostrando nuove opportunità che necessitano però di adeguati sostegni, a partire dal rafforzamento delle reti digitali.
La finalità del disegno di legge consiste nel ripopolare i piccoli comuni «garantendo servizi essenziali e incentivi volti alla migrazione, promuovendo la valorizzazione del territorio e delle attività locali e artigianali e mirando a creare un nuovo sistema cittadino grazie all’ausilio della tecnologia».
Il disegno di legge
L’articolo 2 del disegno di legge depositato in Senato delega dunque il Governo ad adottare, entro 12 mesi dalla sua entrata in vigore, “uno o più decreti legislativi finalizzati a disciplinare, promuovere e potenziare il lavoro agile nei piccoli comuni”. In concreto, i decreti si tradurrebbero in una serie di incentivi, fiscali e contributivi.
Tra i potenziali fruitori sono espressamente indicati i datori di lavoro che promuovono il lavoro agile nei piccoli borghi per non meno di 5 anni o che avviano progetti di riorganizzazione e riqualificazione degli spazi dell’impresa per favorire il lavoro condiviso tra lavoratori in lavoro agile.
Favorire la residenzialità
Sono previste anche agevolazioni fiscali e detrazioni delle spese per favorire l’acquisto e il recupero di immobili abbandonati da destinare ad abitazione a prezzo simbolico per non meno di 10 anni, potendo contare su procedure amministrative semplificate per la ristrutturazione.
Lo stesso articolo persegue inserendo tra i criteri direttivi la possibilità di riconoscere agevolazioni fiscali anche per favorire l’insediamento di nuovi residenti nei piccoli comuni, con particolare riferimento ai nuclei familiari con Isee inferiore a 40 mila euro.
Nei borghi una nuova vita lavorativa
Per favorire lo sviluppo tecnologico dei piccoli comuni, i decreti potranno prevedere la concessione di mutui agevolati per gli investimenti, così come agevolazioni fiscali e detrazioni delle spese per garantire e completare la diffusione della rete a banda ultra larga.
Potranno infine essere adottate misure per facilitare l’accesso dei servizi pubblici essenziali nei piccoli comuni. «L’obiettivo proposto – rileva Astorre – è rianimare i borghi come centri innovativi della vita lavorativa, favorendo un ambiente “a misura d’uomo”, ravvivandone il tessuto socio-economico e riattivando la filiera locale di beni e servizi».
Alberto Minazzi
Leggi anche: https://www.metropolitano.it/santa-fiora-toscana-smart-working-village/
Leggi anche: https://www.metropolitano.it/tropea-borgo-piu-bello-ditalia/