Un viaggio tra i campielli veneziani, attraverso la storia di Venezia e i luoghi che sono stati e continuano a essere il cuore pulsante della città. Tantissimi, più di quanti finora siano mai stati censiti.
L’Ateneo Veneto riapre con una mostra e la presentazione di un libro che omaggia Venezia in un anno in cui sono in corso i festeggiamenti per i 1600 dalla sua nascita.
L’evento, che ha avuto il patrocinio del Comitato organizzatore di Venezia 1600, è fissato per venerdì 3 settembre (ore 12.00) con l’inaugurazione dela mostra fotografica “Venezia nei campielli” di Franco Vianello Moro e, alle 18.00, con la presentazione dell’omonimo libro da parte dei suoi autori: Giorgio Crovato, Franco Mancuso, lo stesso Vianello Moro e l’editore Giovanni Distefano di Sueprnova Edizioni.
I campielli veneziani
Ma quanti sono i campielli veneziani?
Secondo la ricognizione degli autori, la più aggiornata, sono ben 217 considerando anche quelli delle isole di Murano, Burano, Giudecca, Pellestrina e Lido (Malamocco).
Il testo dal quale è iniziato il lavoro dei tre autori veneziani è il celeberrimo “Guida di Venezia” di Giulio Lorenzetti: una sorta di bibbia della Città storica. I campielli individuati dal Lorenzetti sono stati incrociati con lo stradario ufficiale del Comune di Venezia e con quelli censiti da “Calli campielli e canali, guida di Venezia e delle sue isole”.
Alla fine, complice anche il cambiamento dello stile di vita intervenuto negli anni, i campielli sono risultati molti più di quanti finora si riteneva.
Luoghi magici, luoghi di ritrovo
Erano e sono a Venezia luoghi di ritrovo della comunità. Molti hanno caratteristiche importanti sia a livello architettonico che urbanistico e spesso, come raccontano gli autori, per raggiungerli in percorsi al di fuori di quelli canonici, bisogna insinuarsi in strette callette o addirittura finire in parti di case private.
Al centro di ogni campiello si possono ammirare i pozzi, ora chiusi, ma una volta, almeno fino al 1884, anno in cui è stato costruito il primo acquedotto pubblico a Venezia, utilizzati per il rifornimento dell’acqua.
Ecco quindi la citata dimensione di ritrovo, il punto in cui gli abitanti scendevano per approvvigionarsi di acqua e scambiare qualche parola confrontandosi.
Venezia città a misura d’uomo
Il campiello è rappresentativo di quella dimensione umana che la città di Venezia da sempre ha, della sua predisposizione naturale alle relazioni, sia per la sua conformazione geofisica che per quella architettonica, che porta inevitabilmente chi la visita e soprattutto la vive, a relazionarsi con altri individui essendo gli spostamenti possibili prevalentemente a piedi.
Valentina Rossi