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Verso l'obbligo vaccinale? L'ok del giurista

Verso l'obbligo vaccinale? L'ok del giurista
Paolo Veronesi, Professore Ordinario di Diritto costituzionale all'Università di Ferrara

L’introduzione, in Italia, di un obbligo di vaccinazione contro il Covid è un’ipotesi tutt’altro che campata in aria.
Insieme a quella di prevedere una terza somministrazione di siero per chi si è vaccinato da più tempo (come i sanitari e i più fragili), alle considerazioni sul mantenimento dell’opportunità di concessione del Green Pass dopo l’effettuazione di un tampone risultato negativo e a un ulteriore ampliamento delle attività per cui è richiesto il Pass, il Governo sta seriamente prendendo in considerazione anche questa strada.
Saranno decisive le prossime settimane, già a partire da domani, 1 settembre, con l’obbligo del certificato verde per i trasporti a lunga percorrenza e per il mondo della scuola e dell’università. E molto dipenderà dalla velocità della campagna vaccinale, dopo il rallentamento delle ultime settimane, verso l’obiettivo dell’80% della popolazione immunizzata. Considerando, in particolare, l’elevato numero (si parla di quasi 2 milioni di persone) di over 60 che non hanno nemmeno iniziato il ciclo vaccinale con la prima dose.

Obbligo vaccinale: tra medicina, politica e diritto

Le posizioni favorevoli all’introduzione di un vero e proprio obbligo vaccinale nelle ultime giornate si moltiplicano.
Sia sul fronte medico, con la sollecitazione in tal senso pubblicamente espressa in un’intervista al quotidiano “La Stampa”, anche dell’immunologo Sergio Abrignani, componente del Comitato tecnico scientifico, sia tra gli esponenti politici, pur senza uniformità di posizioni tra chi sostiene il Governo (tra i contrari ci sarebbe la Lega). In un’intervista su “Repubblica”, il ministro per gli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, ha però sottolineato l’opportunità dell’obbligo, almeno per chi svolge funzioni pubbliche, proprio se non si raggiunge in poche settimane la già citata soglia dell’80% dei vaccinati.

Cosa dice la Costituzione

Premessa per un provvedimento di legge volto a introdurre l’obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid è comunque la costituzionalità dell’introduzione di un simile obbligo.
In tal senso, sono sempre più le voci dei giuristi che evidenziano come non si verrebbero a ledere diritti costituzionalmente garantiti.
Lo ha affermato ieri (30 agosto, ndr), proprio alla nostra testata, la professoressa Lorenza Carlassare, una delle massime autorità italiane di diritto costituzionale. Lo conferma oggi anche Paolo Veronesi, ordinario di diritto costituzionale del dipartimento di Giurisprudenza all’Università di Ferrara, oltre che componente della direzione della rivista “Studium Iuris”, condirettore della rivista “GenIus” e componente del comitato scientifico della “Rivista di BioDiritto – BioLaw Journal”.

  • Professor Veronesi, l’introduzione di un obbligo vaccinale contro il Covid-19 sarebbe costituzionale?

“Lo sarebbe senz’altro, stanti le caratteristiche della pandemia in corso: un evento estremamente pericoloso e assolutamente raro nella recente storia del mondo occidentale. Ai sensi della Costituzione dovrebbe essere ancora una legge a introdurre un simile obbligo. L’altro presupposto richiesto dalla Costituzione è che l’obbligo vaccinale tuteli contemporaneamente sia la salute del singolo, sia quella della comunità, ed è innegabile che sarebbe così. Si tratta del resto degli stessi requisiti imposti anche per gli oneri vaccinali. L’obbligo offre però meno possibilità di scelta al singolo: chi non si adegua ne paga le più severe conseguenze fissate dalla legge, persino penali, se necessario”.

  • In materia, nei giorni scorsi la Corte per i diritti dell’uomo non ha concesso la sospensiva ai pompieri francesi in merito all’obbligo di vaccinarsi contro il Covid. Come valuta questo provvedimento?

“È vero che la decisione della Corte EDU di non concedere la sospensiva non pregiudica affatto le sue successive decisioni sull’ammissibilità o sul merito del provvedimento contestato. Ed è altresì certo che la Corte accoglie le richieste di provvisoria sospensione solo in casi eccezionali, in cui i richiedenti sarebbero altrimenti esposti un rischio reale di danno irreparabile. Ma quella decisione certamente conferma, almeno in prima battuta, che non c’è nulla di male – nelle condizioni date – a imporre il vaccino a talune categorie di operatori particolarmente esposti e possibile causa di diffusione del contagio. Come è del resto successo anche in Italia per chi lavora nella sanità ed è ora obbligato a vaccinarsi a pena di sospensione dal lavoro e dallo stipendio. E anche da noi chi si è rivolto ai giudici non ha sin qui ottenuto nulla. Sono ancora pochi casi ma molto significativi”.

  • Tra le ipotesi “intermedie”, c’è anche quella dell’allargamento dell’obbligo del Green Pass anche a mezzi pubblici locali e supermercati. Sarebbe secondo Lei conforme ai princìpi costituzionali? E sarebbe personalmente favorevole?

“Non esiste nessuna illegittimità costituzionale nell’eventuale estensione, per legge, dell’uso del Green Pass nelle più varie situazioni in cui sia scientificamente accertato il pericolo di diffusione della pandemia. Come ho già ricordato, l’articolo 32 della Costituzione impone infatti alla legge di tutelare il diritto individuale alla salute (e, quindi, anche l’autodeterminazione in materia) sempre assieme, però, all’interesse della collettività alla stessa. Il certificato verde dà inoltre corpo non a un obbligo di vaccinarsi – nessuno lo impone ai contrari – ma a un onere. Nel senso che stabilisce la necessità di disporre del green pass – o, appunto, di un tampone negativo per chi non intenda vaccinarsi – per l’accesso a taluni luoghi, svolgere alcune attività ecc. Si tratta di soluzioni che, in altre circostanze, la Corte costituzionale ha già giudicato legittime, in quanto necessarie per evitare il diffondersi di malattie. Che io sia favorevole o meno non ha grande importanza. Personalmente, vista la situazione mondiale, io sarei comunque addirittura a favore dell’introduzione di un obbligo generalizzato a vaccinarsi, salvo per chi non vi si possa sottoporre. È invece rilevante che siano le norme costituzionali a consentire e quasi a imporre misure di questo genere”.

  • Quali sarebbero gli aspetti e i principi costituzionali più delicati da tenere in considerazione?

“L’imposizione del green pass deve essere sempre calibrata sulle situazioni in cui sussista davvero il pericolo di diffusione del Covid. Andare oltre questi confini non sarebbe legittimo, perché eccessivamente costrittivo della libertà, senza che la scelta in discorso risulti proporzionata e ragionevole. Rimanerne all’interno consente invece di rispettare quanto già prima affermavo: tutelare la salute del singolo e, contemporaneamente, quella della collettività esposta al pericolo. Il Green Pass, così com’è oggi, è senz’altro costituzionale. Perché, ripeto, le scelte del legislatore sono calibrate su singole situazioni di pericolo scientificamente e oggettivamente accertabili per la persona e la collettività”.

Alberto Minazzi

Leggi anche: https://www.metropolitano.it/lorenza-carlassare-green-pass-vaccini/

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