Se vuol mantenere aperta la possibilità di un dialogo con l’Occidente, il Governo dei talebani in Afghanistan dovrà garantire, anche dopo il 31 agosto, un corridoio sicuro per tutti coloro che vorranno uscire dal Paese, afghani compresi.
È questa una delle principali indicazioni che sono emerse dalla riunione del G7 per discutere delle misure da mettere in campo nella gestione della crisi dello Stato asiatico.
Il summit in videoconferenza presieduto dal premier britannico Boris Johnson non è invece riuscito a far recedere gli Stati Uniti dalla decisione di ritirare definitivamente le proprie truppe da Kabul entro fine mese.
I termini della ritirata degli oltre 5.000 marines erano stati negoziati, nel corso della notte, dal capo della Cia, William Burns, e dal leader talebano Abdul Ghani Baradar. La posizione del presidente Usa Joe Biden, espressa chiaramente nei 7 minuti di intervento, è dunque subito apparsa come inamovibile a fronte di un evolvere della situazione nella capitale afghana che sembra complicarsi ora dopo ora, con un concreto rischio-terrorismo legato all’Isis.
Non a caso, il Governo talebano ha fatto seguire l’ultimatum dall’esplicita dichiarazione che non consentirà più l’ingresso nell’aeroporto Hamid Karzai agli afghani che intendono lasciare il Paese.
A parlare, in una conferenza stampa tenutasi poco prima del vertice del G7, è stato il portavoce della milizia islamica, Zabihullah Mujahid. Dura la risposta dei leader occidentali, che hanno sottolineato come i talebani saranno ritenuti responsabili per tutto quello che accadrà in Afghanistan sul fronte del terrorismo e dei diritti umani.
Nel corso del vertice, il premier italiano Mario Draghi ha quindi sottolineato la necessità di reindirizzare sugli aiuti umanitari le risorse inizialmente destinate alle forze militari afghane: “L’Italia lo farà. Chiedo a tutti di unirvi a questo impegno, compatibilmente con la situazione dei vostri Paesi”, ha affermato. Draghi ha quindi auspicato, trovando il plauso del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che si possano coinvolgere nella gestione della crisi afghana, attraverso il G20, anche altri importanti Paesi della comunità internazionale: dalla Russia alla Cina, dall’Arabia Saudita, alla Turchia, all’India.
Politica +
Afghanistan: G7 chiede a talebani corridoio sicuro per chi vuole uscire
25 Agosto 2021
Tag: Afghanistan, G7