Vecchio sistema pensionistico addio? Forse.
Il Governo Draghi sta lavorando sulla questione pensioni in vista della scadenza della misura sperimentale di Quota 100 confermata per la fine del 2021, sembra senza possibilità di rinnovo. E si fa sempre più strada la proposta per il pensionamento anticipato a 57 anni.
Non solo per le persone che beneficiano della legge 104.
Chi potrà andare in pensione a 57 anni
La Legge 104 per i caregiver che assistono un familiare con grave handicap prevede l’uscita anticipata dal lavoro a 57 anni.
Ma potranno anticipare la pensione di 10 anni anche tutti coloro che hanno perso il lavoro cinque anni prima rispetto al periodo previsto per la pensione di vecchiaia e abbiano versato 20 anni di contributi Inps.
Uguale possibilità è prevista per chi ha cessato la propria attività lavorativa e abbia poi avuto 2 anni di inoccupazione. Se mancano dieci anni alla pensione di vecchiaia, anche questi, dal 2022, potranno andare in pensione a 57 anni.
Si tratta di situazioni che prevedono come requisito fondamentale l’iscrizione, da almeno 5 anni, a un fondo di previdenza alternativo.
Un’altra possibilità riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano un’invalidità riconosciuta non inferiore all’80%. La pensione anticipata, in questo caso, si può richiedere a partire dai 56 anni di età.
La fine di quota 100
La cabina di regia del Governo sta lavorando al potenziamento delle misure già esistenti, piuttosto che all’introduzione di una misura ex novo per l’insieme dei lavoratori.
Una strategia che consentirà di allargare il numero dei possibili titolari della pensione anticipata.
La possibilità di poter uscire dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi terminerà con la fine del 2021.
La fine di Quota 100 lascerà il posto al pensionamento di vecchiaia a 67 anni, soglia che non può ulteriormente essere allungata perché bloccata per il biennio 2021/2022 con decreto del 5 novembre 2019 con conferma dell’INPS.
Quota 41 e Ape Sociale a 63 anni
Nel 2022 ci sarà ancora il pensionamento anticipato Quota 41 per i cosiddetti lavoratori precoci (non Quota 41 per tutti), ovvero chi ha versato almeno un anno intero di contribuzione prima di compiere 19 anni.
I lavoratori che rientrano in questa categoria potranno smettere di lavorare una volta raggiunti 41 anni di contributi. Basato sul solo requisito contributivo, quindi indipendentemente dall’età anagrafica, sarà valido anche nel 2022 il pensionamento anticipato con anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.
L’Ape Sociale permette a quattro categorie di lavoratori tutelati quali disoccupati, caregiver, disabili e addetti a lavori usuranti/gravosi di chiedere il prepensionamento a 63 anni con requisito contributivo che varia da 30 a 36 anni a seconda delle circostanze. La pensione di inabilità permette ai dipendenti del settore pubblico di ottenere una maggiorazione contributiva equivalente a una pensione di 60 anni di età.
“Opzione Donna”
Attualmente grazie a questa opzione le donne lavoratrici dipendenti che abbiano 58 anni di età e 35 di contributi possono andare in pensione; in caso di lavoratrici autonome l’età si alza a 59 anni.
Il Governo Draghi sta lavorando perché questa misura sia integrata in modo permanente nel sistema pensionistico.
Al vaglio anche la possibilità di integrarla con una “Quota Mamma”, vale a dire un bonus contributivo di un anno per ogni figlio.
Silvia Bolognini
L’opzione più giusta è quella di Tridico, col doppio binario!!. Mi sembra equa e sostenibile
Trovo sia giusto che una donna e che sua inoltre anche madre, possa avere la possibilita a 56/58 anni di andare in pensione
Solo chiacchiere finché non mettono nero su bianco potrebbe succedere di tutto …
Agevolazioni per le mamme dovrebbero esserci in ogni caso a prescindere che si scelga di andare in pensione con opzione donna o altra tipologia