In fondo, è solo sabbia. E molti la vedono come il classico piccolo e innocuo souvenir da portarsi a casa come ricordo delle vacanze al mare.
In realtà, l’apparentemente insignificante gesto di raccolta che si compie in riva al mare non è così ingenuo.
Innanzitutto, perché, granello dopo granello, si compromette progressivamente l’ambiente. Non a caso, con il crescere e il diffondersi della consapevolezza che i gioielli naturali vanno salvaguardati, da qualche anno sono state introdotte pesanti multe per i trasgressori.
Poi perché, molto spesso, non si tratta nemmeno di un gesto disinteressato.
Le sabbie, in particolare quelle pregiate, sono infatti sempre più oggetto di un giro di un commercio illegale, favorito dalle possibilità offerte da internet.
Sabbia on line: la denuncia su Facebook
Da sempre, una sabbia riconosciuta unanimemente come una delle più belle al mondo è quella dell’isola di Budelli, in Sardegna. E, anche in questo caso da sempre, la pratica di impossessarsi di un sacchetto con un po’ di sabbia rosa è tutt’altro che insolita. Quel che ha denunciato ora, su Facebook, la community “Sardegna rubata e depredata” è però il diffondersi sulla Rete di sempre più occasioni di scambio tra collezionisti.
“Spesso – scrivono i rappresentanti dell’associazione in un post – in tanti non si spiegano l’esigenza di rubare e portarsi a casa sabbia, sassi e conchiglie al rientro dalle vacanze in Sardegna, rischiando peraltro una sanzione da 1000 euro. La maggior parte delle persone in verità non ha una ragione precisa. Di sicuro in mezzo a questi disagiati c’è la categoria dei collezionisti. In rete e nei social è un pullulare di gruppi e siti altamente specializzati e molto ben strutturati”.
La sabbia rosa di Budelli: un “trofeo” ricercato
A sostegno dell’accusa, Sardegna rubata e depredata posta alcune immagini apparentemente inequivocabili.
“In questi frame in particolare – prosegue il post – un’utente sembra esultare per avere tra le mani finalmente un campione della sabbia rosa di Budelli molto difficile da trovare a suo dire”.
E’ il noto (tra i collezionisti di sabbia) “campione numero 27“, ambito perché proveniente dalla spiaggia di Budelli, nell’arcipelago della Maddalena, che si può osservare solo da lontano o raggiungere solo se accompagnati.
Posto in bella evidenza, in un post del 6 agosto scorso, se ne sta imbustinato e contrassegnato con un numero, in mezzo all’ampia serie di reperti di sabbie di tutto il mondo.
Un mercato globale
Il mercato di sabbie da collezione, siano esse di mare, fiume e lago, è del resto globale.
Dagli Stati Uniti al Giappone, passando per l’Europa, a ogni latitudine non mancano i collezionisti, che spesso affiancano alla propria raccolta di diverse sabbie anche quelle di conchiglie e rocce.
La Sardegna ha dunque deciso di intensificare i controlli in porti e aeroporti, tanto più dopo la scoperta da parte della Guardia di finanza di un vasto giro di souvenir ambientali basato sull’e-commerce. Ben sapendo che, come scritto nel già citato post del collezionista straniero, la sabbia di Budelli è “hard to get”, ovvero “difficile da ottenere”.
Un traffico più forte della pandemia
Anche nell’estate 2020, nonostante le pesanti limitazioni agli spostamenti legati al Covid, erano stati sequestrati oltre 100 kg di “souvenir ambientali” in uscita dalla Sardegna. E meno di un mese fa, a fine luglio, 250 kg di sabbia, sassi e conchiglie provenienti dalle spiagge di Villasimius e portati alla luce durante i controlli aeroportuali, erano stati ricollocati nel loro sito di provenienza da parte delle guardie ambientali. Ovviamente dopo aver anche sanzionato i trasgressori con le ammende pecuniarie da 1.000 euro previste per questo reato.
Un “prestito” da 25 anni
Vi sono però anche i “pentiti”. È dello scorso aprile la notizia di un sacchettino ricevuto dal custode e dal direttore del Parco Nazionale de La Maddalena. Al suo interno, un po’ di sabbia rosa proveniente proprio da Budelli. E, in allegato, un post-it con il messaggio, ovviamente anonimo: “Ci aiutereste a restituirla a Budelli? L’abbiamo presa in prestito 25 anni fa. Grazie“. Dopo un quarto di secolo, così, la sabbia sarda è potuta tornare nel suo luogo d’origine naturale.
La spiaggia rosa di Budelli
Situata nella parte sud-orientale dell’isola di Budelli, la cosiddetta “spiaggia rosa” caratterizza la zona tra la spiaggia del Cavaliere Cala di Roto ed è visitabile solo accompagnati da guide. L’isola, poco più a sud di Razzoli e Santa Maria, nei pressi delle Bocche di Bonifacio, è uno dei simboli del parco dell’arcipelago della Maddalena, a pochi chilometri a largo delle coste del nord-est della Sardegna. Nei 25 ettari di superficie incontaminata, attorno al monte Budello, alto 87 metri, con 12 km di coste, vive solo il custode.
La sabbia rosa
A determinare la colorazione unica della sabbia, ricca di piccolissimi frammenti di corallo, granito, conchiglie e gusci di molluschi, è la presenza di un microrganismo di colore rosa che colonizza le praterie di posidonia e vive dentro le conchiglie. Immortalata nel film “Deserto rosso” di Michelangelo Antonioni nel 1964, la spiaggia rosa ha rischiato di perdere la sua colorazione a causa dell’impatto delle imbarcazioni. Dal 1998 sono state quindi introdotte norme di salvaguardia integrale, che hanno impedito sbarchi, balneazione e ancoraggi. Dal maggio 2016, Budelli è stata assegnata definitivamente al Parco nazionale della Maddalena.
Alberto Minazzi