La percentuale di riempimento degli ospedali del Veneto con malati di Covid-19 resta ancora sotto controllo, al 2% sia in area medica che in terapia intensiva.
Il presidente della Regione, Luca Zaia, ammette però che “anche da noi c’è un timido, lento, ancora non importante ma inesorabile incremento dei ricoveri, essendo passati progressivamente da 206, a 208 ai 229 attuali, con 23 persone in terapia intensiva. Per questo – ha detto -ammetto di essere un po’ preoccupato e guardo con attenzione all’evolversi della situazione”.
Ricoveri e vaccinazioni in Veneto
Dei malati di Covid attualmente ricoverati in Veneto, a oggi circa il 66% sono non vaccinati.
“Proiettati sulle terapie intensive – sottolinea Zaia – danno una percentuale quasi totalitaria di non vaccinati tra coloro che hanno dovuto ricorrere alle rianimazioni”. La stragrande maggioranza dei ricoverati, aggiunge il presidente, si collocano in una fascia d’età attorno ai 50 anni.
“Gli esperti – prosegue – dicono che per metà agosto si arriverà al giro di boa di questa ondata: speriamo quindi quanto prima di poter scollinare”. Resta comunque fondamentale l’andamento della campagna vaccinale, che ieri, in Veneto, ha fatto registrare 34.686 somministrazioni.
“Ricordo – conclude Zaia – che abbiamo già almeno 100 mila posti disponibili, anche perché, dal 70% dei flaconi di Pfizer, ormai riusciamo a ottenere 7 dosi. E siamo pronti a prenotare in agenda almeno un milione di posti, considerando che ad agosto saranno incrementate le forniture”.
Cluster e terza dose
Sui 48.065 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, in Veneto sono stati individuati 604 nuovi positivi, con una incidenza dell’1,26%. Il presidente della Regione ammette inoltre che non mancano i cluster, soprattutto nella fascia 14-29 anni. L’ultimo è stato scoperto in una colonia di Caorle, dove i positivi erano 10 su 60 ospiti. Applicando il piano di sanità pubblica, la struttura è stata così interamente chiusa.
Zaia, nel punto stampa a Palazzo Balbi, ha parlato anche di terza dose di vaccinazione. “Verosimilmente, immagino che prima o poi comparirà all’orizzonte. E immagino che, se si deciderà di procedere con la terza somministrazione, i primi saranno i lavoratori della sanità, delle rsa e dei servizi essenziali. Non a caso, sono stati i primi anche quando siamo partiti, il 27 dicembre 2020, a inoculare le prime 827 dosi. Ricordo però che, a oggi, non abbiamo ancora misura di quanto duri la risposta anticorpale”.
Scuole-sentinella e lezioni in presenza
Un tema che, invece, si proporrà a breve è quello della riapertura delle scuole, prevista tra circa un mese.
“Noi – ha rivelato il presidente del Veneto – stiamo andando avanti con la validazione dei tamponi salivari, i cosidetti “chupa chupa”, da utilizzare nelle scuole all’interno del progetto di scuole-sentinella che abbiamo già inviato al commissario Figliuolo. Del resto, già in passato abbiamo portato avanti un progetto simile, in collaborazione tra Direzione Prevenzione e Università di Padova, alla quale abbiamo chiesto di affinarlo in vista del prossimo anno scolastico”. L’obiettivo è quello di entrare anche nelle scuole superiori, oltre che alle medie, studiando anche una possibile soluzione per le scuole primarie, trattandosi di un test poco invasivo.
Del resto, la linea della Regione Veneto sulle lezioni è chiara: “Alle famiglie – riprende Zaia – dico che vogliamo che la scuola riapra in presenza, perché questo è un diritto degli studenti. Mantenere in vita anche la dad? Per me non sarebbe bene, sarebbe come fermarsi a metà del guado”.
Tra le questioni ancora in piedi, quella della vaccinazione del personale (“in Veneto siamo all’82%, tra insegnanti e operatori”) e il nodo-trasporti. “Immagino – conclude il governatore – che il Cts rimaneggerà le linee guida, ma si resterà al di sotto del 100% della capienza dei mezzi, forse all’80%, considerando che sul mercato non ci sono sufficienti treni e pullman da poter acquistare”.