Finisce anche per i cittadini veneti la possibilità di effettuare in maniera libera e gratuita un test per controllare la positività al Covid. Dalla mezzanotte del 9 agosto entra infatti in vigore una delibera esecutiva adottata dalla Giunta regionale riunitasi in via straordinaria che rimodula il Piano di sanità pubblica, introducendo novità per l’accesso ai tamponi.
Le nuove regole per i tamponi gratuiti in Veneto
I tamponi antigenici gratuiti continueranno a essere garantiti innanzitutto a coloro che non possono vaccinarsi per limiti d’età, ovvero gli under 12 e coloro che sono in possesso di un’esenzione certificata dall’Ulss competente.
Tra le altre principali categorie per cui continua la gratuità, la prima è quella che riguarda i casi in cui sussistano indicazioni cliniche, come sintomi sospetti, indagini epidemiologiche, tracciamento dei contatti, ma anche i pazienti che accedono a un pronto soccorso o quelli che devono entrare in ospedale per un ricovero programmato.
Inoltre, non dovranno pagare il tampone gli operatori delle strutture sanitarie che si sottopongono a screening periodico; operatori, ospiti e visitatori di case di riposo e Rsa; operatori, familiari e caregiver dell’area della disabilità; chi eroga servizi educativi ai minori; eventuali appartenenti a categorie epidemiologiche da monitorare individuati dalle singole Ulss.
Chi dovrà pagare il tampone
Per gli altri, è previsto un contributo allineato all’accordo nazionale sottoscritto dal Ministero della Salute con il Commissario per l’emergenza e l’associazione delle farmacie. Si parla di 8 euro a tampone per chi ha tra 12 e 17 anni, 15 euro per gli assistiti dal sistema sanitario regionale di età superiore e 22 euro per gli altri.
Il ticket verrà dunque richiesto a chi viaggia all’estero, a chi effettua il test per motivi personali, come l’ottenimento del green pass, a chi lo richiede per esigenze lavorative; chi intende partecipare e frequentare contesti ricreativi e di socializzazione.
«Soprattutto nelle località turistiche – ha aggiunto il presidente del Veneto, Luca Zaia – non escludiamo di organizzare, soprattutto nelle località turistiche, ulteriori punti-tampone col pos per i turisti stranieri. Penso ad esempio i circa 400 mila tedeschi di rientro in Germania, che potranno effettuare da noi, a 22 euro, il tampone richiesto in ingresso ai non vaccinati dal loro Paese».
I motivi della decisione
Il tampone potrà essere effettuato nelle circa 600 farmacie aderenti, a meno di non avere titolo per effettuarlo nei centri vaccinali. «Mi piacerebbe poter continuare a garantire tamponi gratuiti a tutti – ha commentato Zaia – ma è impossibile continuare ad effettuare tamponi a tappeto. Questo per una serie di motivi: dal rischio di crash del sistema, al fatto che a effettuare i test sono personale sanitario che rischia di essere distolto dalla loro attività negli ospedali».
Il presidente del Veneto aggiunge poi la necessità di allinearsi con le norme nazionali e soprattutto necessità sanitarie legate al fatto di continuare a garantire un servizio efficiente al contact tracing. «Non è un provvedimento contro qualcuno, ma un dato di fatto: non c’erano alternative. Finora – ha concluso – abbiamo fatto tamponi di massa, superando i 12 milioni totali tra rapidi e molecolari, per meglio valutare la circolazione del virus. Ma il provvedimento era già in partenza previsto come temporaneo».
La campagna vaccinale
Il vero tema, considerando anche le attuali percentuali di occupazione ospedaliera (al 2% sia in area non critica che in terapia intensiva), è dunque sempre più la campagna vaccinale. «Ad agosto – ha sottolineato Zaia – avremo almeno un milione di dosi disponibili. E ho chiesto ai direttori delle Ulss di prevedere la possibilità di tenere i centri vaccinali aperti anche a ferragosto, se avremo abbastanza prenotazioni».
Il dirigente della Prevenzione regionale, Michele Mongillo, ha intanto sottolineato che le somministrazioni hanno superato i 5,8 milioni, con il 72% degli over 12 che hanno ricevuto almeno una dose e il 63% della popolazione vaccinabile che ha completato il ciclo. Quanto ai sieri, Pfizer aumenterà, nelle prossime settimane, da circa 160 mila a 285 mila dosi e Moderna da 45 mila a circa 90 mila.