Il 2020 è stato l’anno in cui si è registrato il più grande volume di cocaina sequestrata nella nostra storia.
A riferirlo è il rapporto annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze del Dipartimento per le Politiche Antidroga.
Il report accende il faro sull’anno che ognuno di noi ricorderà a vita per la pandemia mondiale che ci ha costretti per mesi in casa. Questa situazione però non ha impedito al mercato della droga di proseguire.
Anzi, secondo il rapporto si sono verificati nuovi fenomeni come quelli del porta a porta per le consegne, o dei riders del cibo o ancora dei runner nei parchi.
L’allarme cocaina
Nonostante le operazioni antidroga siano diminuite del 12,8% rispetto all’anno precedente (22.695 contro 23 mila) e diminuite siano anche le denunce all’Autorità giudiziaria (-11,21%) facendo registrare con il totale di 31.335 denunce il dato più basso degli ultimi cinque anni, sono comunque aumentati i sequesti di sostanze stupefacenti: 58.827 Kg, il 7,41% in più rispetto al 2019.
E il record riguarda la cocaina: 13,4 tonnellate, con un incremento, rispetto al 2019, del 62,29%.
La droga che vien dal mare
I sequestri sono stati effettuati principalmente in due periodi: nei mesi di gennaio-febbraio, cioè prima del lockdown totale e nel periodo ottobre-dicembre quando sono riprese anche le attività.
Nel primo periodo si registrano tre grossi sequestri 3.330 chili nel porto di Livorno, 338 chili nel porto di La Spezia e 1.128 chili nel porto di Gioia Tauro.
Nel periodo post lockdown 2.862 chili in quattro diverse operazioni nei porti di Ancona e Gioia Tauro.
Quelle piante sospette nell’orto di casa
Altro dato che rileva lo studio è relativo ai sequestri di hashish e marijuana che nel 2020 è stato di 29,6 tonnellate, in calo rispetto al 2019 quand’era stato di 44,7 tonnellate.
Ma, anche se si registra un decremento, tra le droghe, la cannabis è lo stupefacente più sequestrato e da sola rappresenta all’incirca la metà di tutta la droga individuata dalle Forze di Polizia, segnale chiaro che c’è un indice elevato di richiesta.
Richiesta che in alcuni casi viene soddisfatta autonomamente dal consumatore.
Sono infatti in aumento le coltivazioni “casalinghe”, raddoppiate rispetto al 2019 toccando quota 414.396.
Si abbassano invece i numeri della cannabis intercetta in mare e nei porti, passata dal 29,6% del 2019 all’8,52% del 2020, forse per un cambio nelle rotte del traffico o per il blocco del lockdown.
Meno sequestri di eroina e meno morti
Per quanto riguarda invece l’eroina, continua il trend negativo di sequestri iniziato nel 2019, con una riduzione del 17,17%. Nel 2020 ne sono stati sequestrati 512,3 chilogrammi.
Il dato, secondo il rapporto, è in linea con gli ultimi 5 anni, durante i quali si è assestato intorno alla mezza tonnellata all’anno.
E’ diminuito nel 2020 anche il numero delle morti per overdose.
Complessivamente sono state in Italia 308, il 17,65% in meno rispetto al 2019, quando se ne erano registrate 374.
Dal 1973, anno in cui sono iniziate in Italia le rilevazioni, i morti per droga sono 26.154.
Il pericolo delle nuove droghe
Ma la novità del 2020 sono le nuove sostanze psicoattive prodotte tramite manipolazioni di droghe sintetiche già esistenti, che vengono introdotte nel mercato clandestino e non figurano nelle tabelle internazionali.
Nel 2020 le Forze di Polizia ne hanno rinvenute 91 di cui 33 non ancora “tabellate”.
Molti dei consumatori di queste nuove droghe sono giovani o giovanissimi. Che restano anche i primi consumatori di cannabis.
L’annuale rilevazione sulle scuole ha rivelato che il 26% degli studenti di età fra 15 e 19 anni ha fatto uso almeno una volta nella vita di una sostanza illegale (oppiacei, cocaina, stimolanti, allucinogeni o cannabis).
Nel questionario ESPAD #iorestoacasa2020 compilato dagli studenti è emerso che, nonostante le restrizioni imposte, questi hanno comunque utilizzato la cannabis, il 43% ha consumato la sostanza 1 o 2 volte, il 24% fra le 3 e le 9 volte, il 10% tra 10 e 19 volte mentre il 23% l’ha consumata frequentemente più di 20 volte.
Valentina Rossi