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Jacobs e Tamberi: a Tokyo, l’atletica italiana ha scritto la storia

Jacobs e Tamberi: a Tokyo, l’atletica italiana ha scritto la storia

Sono quelle giornate in cui la realtà fa appena a tempo a transitare per la cronaca prima di entrare nella storia.
Ed è bastata una manciata di minuti, a Gianmarco Tamberi e Lamont Marcell Jacobs, per scrivere una pagina di sport che non potrà mai essere dimenticata.
Perché la serata (giapponese)-pomeriggio (italiano) di domenica 1 agosto 2021, alle Olimpiadi di Tokyo 2021, è probabilmente il momento più alto della storia dell’atletica leggera italiana, che pure aveva già vissuto, nella storia olimpica, altre entusiasmanti medaglie d’oro, da Livio Berruti Pietro Mennea sui 200 metri a Sara Simeoni nel salto in alto femminile.

I 100 metri di Jacobs

Senza nulla voler togliere agli atleti del passato, quello che hanno saputo fare il non ancora 27 enne velocista bresciano e il 29 enne saltatore marchigiano ha infatti il gusto dell’impresa epica.
Se l’atletica leggera è considerata la “regina” degli sport, i 100 metri piani maschili ne costituiscono infatti il momento più alto. E non a caso, in precedenza un corridore italiano non solo non aveva mai vinto una medaglia, ma nemmeno era riuscito ad entrare in finale. Jacobs è dunque andato al di là di ogni più rosea previsione, vincendo con autorità la medaglia d’oro con il nuovo record europeo (9”80). Una vittoria arrivata correndo addirittura un centesimo più veloce di quello che aveva fatto il più forte velocista di tutti i tempi, il giamaicano Usain Bolt, per salire sul più alto gradino del podio alle precedenti Olimpiadi di Rio de Janeiro.

Chi è Marcell Jacobs

Jacobs ha inoltre alle spalle una storia “da romanzo”. Nato a El Paso, in Texas, da madre italiana e padre statunitense, conosciutisi alla caserma Ederle di Vicenza, ha vissuto fin da bambino a Desenzano, sulla sponda bresciana del lago di Garda. Tant’è che quasi “si vergogna” della sua pronuncia inglese, poco più che a livello scolastico. Poliziotto, già padre di tre figli, da sempre considerato uno dei migliori talenti della velocità italiana in pista, ha compiuto il vero salto di qualità negli ultimi anni.

Jacobs

Il salto in alto di Tamberi

Ancor più “da libro Cuore” la storia di Gianmarco Tamberi, capitano della spedizione dell’atletica azzurra a Tokyo e oro ex aequo con l’atleta del Qatar Mutaz Essa Barshim avendo entrambi superato l’asticella posta 237 cm da terra senza errori. Una rincorsa all’Olimpiade, quella del saltatore di Civitanova Marche, che parte da lontano.
Esattamente dal 15 luglio 2016 a Montecarlo, quando Tamberi prima aggiorna il primato italiano con la misura di 239 cm, poi si infortuna alla caviglia provando quota 241 cm, dovendo così dire addio al sogno di partecipare alla manifestazione a cinque cerchi di Rio, dove sarebbe stato uno dei grandi favoriti.

Jacobs e Tamberi
@profilo fb di Gianmarco Tamberi

Chi è Gianmarco Tamberi

Personaggio eclettico (per un lungo periodo si è presentato in pedana con la barba incolta su solo metà del volto), amato da compagni e avversari, dopo lo scoramento iniziale, Gianmarco ha avuto il merito di non mollare, di ripartire e di tornare al top. Causa pandemia, c’è voluto un anno in più rispetto ai 4 anni tradizionali che intercorrono tra un’Olimpiade e l’altra, per essere finalmente in gara a Tokyo. Ma la tenacia è stata premiata. E non in maniera banale, ma con un bellissimo gesto, in pieno stile olimpico: la decisione di Barshim e Tamberi di non spareggiare e di condividere l’oro. Così Gianmarco ha potuto tirare fuori, e posare sulla pista dello stadio giapponese, il gesso alla caviglia conservato dal 2016, su cui aveva profeticamente scritto “Road to Tokyo 2020”. Scrivendo poi su Facebook: “Sono le 6 di mattina e ho paura di andare a dormire…non voglio svegliarmi da questo sogno che sembra cosi tanto realtà!”.

Alberto Minazzi

 

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