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Coronavirus tra tamponi e vaccini: i tre appelli di Zaia

Coronavirus tra tamponi e vaccini: i tre appelli di Zaia

Prevenire è sempre meglio che curare.
Resta questa la filosofia veneta che guida le scelte sul coronavirus.
“Oggi la situazione sta andando bene. Domani non si sa– dice il presidente della regione Luca Zaia incontrando dopo diversi giorni i giornalisti nel punto stampa che per più di un anno è stato quotidiano-. E’ per questo che ci teniamo particolarmente a monitorare la situazione il più possibile attraverso i tamponi. Vorremmo poterne fare come fossimo in zona rossa per non esser presi contropiede dal virus”.
Le quote restano ancora alte (come fossimo una zona arancione secondo i parametri fissati dal governo, viene chiarito) ma le persone si sentono tranquille, il virus gira meno, l’estate e il caldo sembrano proteggere.

Le scelte “da non fare”

Il tampone, così, non si fa. E il vaccino in molti casi viene posticipato all’inizio di autunno.
“E’ un errore – rileva Zaia- E’ un fenomeno, questo del posticipo dei vaccini,  che si sta delineando e che però mette a rischio le persone. Se il vaccino si fa ora si arriva all’autunno carichi di anticorpi e per almeno un anno si può contare sulla sua copertura. Ma se si attende l’autunno, uno scenario che ancora quindi non si conosce, e il virus magari a settembre impenna – conclude – la carica anticorpale più potente si avrà solo a metà novembre ”.

Le due strade della prevenzione

Sono quindi due gli appelli (“è giusto che il vaccino resti volontario perché è la cultura dell’informazione e non quella dell’imposizione che vince”, sottolinea il presidente) che Zaia rivolge ai cittadini: quello di continuare con le vaccinazioni, perché più ostacoli il virus trova e meglio è e quello di sottoporsi volontariamente ai tamponi, in modo tale che si possa monitorare l’evolvere della situazione.

Per questo, a partire dal 6 luglio, si potrà accedere senza ricetta medica e gratuitamente ai Covid point  distribuiti sul territorio regionale per effettuare un test antigenico. “E’ un’azione di volontariato che aiuterà tutta la comunità – dice il presidente Zaia – Abbiamo bisogno di continuare la campagna di monitoraggio per vedere come si diffonde il virus e non farci trovare impreparati in autunno”.

Il terzo appello

Ma c’è anche un terzo appello che il presidente della regione Veneto rivolge al governo e che mette assieme , come si dice, “capra e cavoli”: la necessità di fare numerosi tamponi, possibilmente a un target di popolazione maggiormente a rischio e la difesa di un principio di uguaglianza che, sia pur non a priori, non sembra essere rispettato.
“E’ vergognoso che lascino chiuse le discoteche e che legittimino piazze piene con musica e assembramenti riguardo i quali nessuno ha nulla da dir – rileva Zaia – Non ce l’ho con le piazze piene, ma le regole devono essere uguali per tutti.  Abbiamo un intero comparto economico messo alla gogna senza un perché. Le discoteche hanno delle linee guida e i gestori sono disposti a legare gli ingressi al risultato negativo di tamponi da fare all’esterno”.
Proprio le discoteche, secondo il presidente Zaia, potrebbero diventare invece luoghi importanti in quanto darebbero la possibilità di testare un gran numero di giovani.
“Noi porteremmo a casa il monitoraggio della popolazione più a rischio – conclude-. All’interno delle discoteche, invece, entrerebbero solo  persone sane.

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Tag:  coronavirus