Avete mai sentito parlare dei chiodi d’oro?
Più noti come “golden spike”, vengono piantati ovunque si rilevino geositi di interesse mondiale e indicano i punti nei quali è fisicamente presente un limite tra due età geologiche.
Stanno insomma dove è stato rinvenuto il maggior numero di informazioni fisiche, chimiche e paleontologiche su quell’arco temporale.
Tecnicamente si chiamano GSSP ovvero Global Stratotype Section and Point e indicano una successione rocciosa, dallo spessore variabile di alcune decine di metri, che contiene al suo interno un punto che rappresenta il limite fra due piani della scala indicante l’età degli strati rocciosi secondo uno standard globale.
Ciascun GSSP è scelto dopo lunghe, approfondite e documentate ricerche, da parte degli specialisti di tutto il mondo e viene votato da un’apposita commissione della International Commission on Stratigraphy (ICS), organo della IUGS (International Union of Geological Sciences).
Nel 2008 l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha istituito un progetto per la valorizzazione dei GSSP italiani prevedendo tra l’altro la stampa di una targa da apporre sul sito interessato , e realizzando un geodatabase consultabile sul sito web dell’ISPRA.
Nel mondo i chiodi d’oro sono al momento circa 80 e di questi dieci si trovano in Italia. I siti dove sono stati piantati i Chiodi d’oro si trovano a Bagolino(BS), Monte San Nicola (Butera, CL), Lemme-Carrosio (AL), Monte dei Corvi (Ancona), Eraclea Minoa (Cattolica Eraclea, AG), La Vrica (Crotone), Massignano (Ancona), Monte Cagnero (Urbania, PU), Punta Piccola (Porto Empedocle, AG) e Prati di Stuores (Livinallongo, Bl).
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Chiodi d'oro tra le rocce: una ricchezza di informazioni
7 Luglio 2021