I familiari di circa cinquecento vittime del coronavirus hanno fatto causa allo Stato chiedendo un maxi risarcimento di 100 milioni di euro.
L’atto è stato depositato al Tribunale civile di Roma, che dovrà affrontare una memoria di 466 pagine in cui i legali dei ricorrenti hanno ricostruito le responsabilità per le quali chiedono che Stato e regione Lombardia siano chiamati a rispondere. La prima udienza è stata fissata l’8 luglio.
La causa: “Atti commissivi e omissivi”
Come anticipato dall’agenzia di stampa Agi, l’incipit che in poche righe iniziali riassume il dramma delle famiglie delle vittime è una metafora evocativa che rimanda alla tragedia della funivia del Mottarone.
Nello stesso modo, secondo i legali, le vite di coloro che sono deceduti a causa del coronavirus, sarebbero andate “a schiantarsi nelle fauci della pandemia come una funivia lasciata senza freni”.
A voler dimostrare l’assunto, 2099 pagine di documenti allegati che puntano il dito contro le istituzioni e le responsabilità che queste avrebbero avuto a seguito di “atti commissivi e omissivi in violazione della legge e delle disposizioni nazionali e sovranazionali”.
Crisi sanitaria: la “malagestione”
Questo atto è il proseguo di quello precedentemente consegnato a dicembre e riguarda la gestione della crisi sanitaria nei mesi successivi a maggio 2020 quando, a detta dei legali, il governo e la regione Lombardia “non avrebbero contribuito a un miglioramento della situazione nonostante fossero a conoscenza dell’assoluta inesistenza di un piano pandemico”.
Un piano che, viste la decisione del Parlamento Europeo del 2013 e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (Ecdc), doveva esserci .
“Anni persi senza far niente”
I ricorrenti sostengono che, sulla base dei verbali della task force del Governo “l’Italia non era dotata nemmeno degli strumenti minimi che potessero essere immediatamente attivati in vista del rischio emergenziale proprio perché nulla era stato fatto nel corso degli anni per preparare il sistema, soprattutto sanitario, ma anche economico e finanziario”.
Sarebbe questa, secondo i ricorrenti, una delle cause della perdita di migliaia di vite umane in Italia, secondo Paese con più morti di Covid al mondo dopo il Brasile.