Ha riaperto al pubblico la Domus Aurea con un progetto che narra l’eccezionale riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria reggia di Nerone.
E’ una storia che inizia intorno al 1480 quando alcuni pittori, tra i primi Pintoricchio, Filippino Lippi e Signorelli, si calavano nelle cavità del colle Oppio definite “grotte”. Qui, a lume di torcia, ammiravano le decorazioni pittoriche, da allora chiamate “grottesche” di antichi ambienti romani. Stavano scoprendo le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone…
Oggi, in occasione della riapertura al pubblico, la Domus Aurea accoglie per la prima volta un’esposizione nella sala Ottagona e altri 5 ambienti dedicata al grande Maestro del Rinascimento, pittore e architetto italiano Raffaello Sanzio.
La Mostra
Ultimati i lavori di restauro e ripristino, nel Parco archeologico del Colosseo si possono ora ammirare affreschi prima non visibili e un nuovo ingresso dal parco del colle Oppio immette direttamente nella Sala Ottagona, da dove inizia il percorso della mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche”.
Pensata per le celebrazioni del cinquecentenario della morte, l’esposizione immersiva è dedicata alla riscoperta della pittura antica, sepolta nelle “grotte”, delle rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone. Si tratta di un evento unico nel suo genere con straordinari apparati interattivi e multimediali.
La mostra, visitabile tutti i giorni fino al 7 gennaio 2022, si sviluppa nella sala Ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale e nei cinque ambienti limitrofi. A questi si accede attraverso grandi velari (tendaggi fissi o mobili usati per lo più per delimitare porzioni di spazio all’interno di edifici o per regolare il flusso luminoso proveniente da vetrate o lucernari, ndr) su cui si sviluppa il progetto allestitivo, oltre alle “Stanze di Achille a Sciro” e di “Ettore e Andromaca” ancora preziosamente affrescate, dove si possono ammirare tracce delle cosiddette “grottesche”.
Il percorso espositivo
La Domus Aurea si svela attraverso un percorso espositivo in 5 ambienti. Nella Sala Ottagona, sulla cupola vengono proiettate immagini astrologiche ruotanti, ispirate al globo del celebre Atlante Farnese. Nella vita di Nerone, il più memorabile salone per banchetti era rotondo e ruotava su se stesso tutto il giorno, continuamente, come la Terra. A queste si alterna la proiezione di una caduta di petali rosa come descriveva Svetonio avvenisse durante i banchetti dell’imperatore. A orari stabiliti il videomapping si dissolve mentre gli effetti di luce naturale dall’oculo centrale simulano il passaggio dal giorno alla notte.
Negli altri ambienti, sempre accompagnati dalla tecnologia, si scoprono lo studio e la reinterpretazione delle “grottesche” da parte di Raffaello; un audio racconto narra la memorabile scoperta del Laocoonte, il gruppo scultoreo rinvenuto nel 1506 in uno spazio sotterraneo che si trovava nella stessa area del palazzo neroniano. E ancora una consolle interattiva, metaforica finestra sul mondo, permette ai visitatori di ammirare ed esplorare molteplici luoghi in Italia e in Europa, decorati a grottesca dal ‘500 e fino all’800.
La Domus Aurea
L’imperatore Nerone, dopo il devastante incendio che nel 64 d.C. distrusse gran parte del centro di Roma, iniziò la costruzione di una nuova residenza che per sfarzo e grandiosità passò alla storia con il nome di Domus Aurea. La reggia era costituita da una serie di edifici separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale situato nella vale dove oggi sorge il Colosseo.
I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sul colle Oppio e vantavano una sontuosa decorazione in cui a stucchi, pitture e marmi colorati si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, diverse sale per banchetti, tra cui la “coenatio rotunda” che ruotava su se stessa e un’enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del dio Sole. Alla sua morte i successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore e del suo palazzo.
Attualmente la Domus Aurea è un grande laboratorio di studio , restauro e conservazione.
La tecnologia per una mostra immersiva
Alle proiezioni digitali che coinvolgono durante l’intero percorso espositivo si aggiunge il progetto di sound design. Un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento dà origine a una colonna sonora con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato e scale musicali proprie dell’epoca antica. L’illuminazione è stata studiata ad hoc per esaltare al meglio anche il minimo particolare.
Il gioco di luci, dall’ingresso, evidenzia passo dopo passo dettagli costruttivi, tessiture murarie, resti di un’antica cisterna, parte delle strutture termali sottostanti. Lungo il percorso di visita si incontrano le sculture della musa Talia, che si aggiunge alla Tersicore già esposta, e di un’amazzone; imponenti capitelli e un pilastro in marmo. Sono tutti reperti restaurati, provenienti dai depositi del monumento, che decoravano la reggia di Nerone e che oggi si possono ammirare sotto una nuova luce.
Silvia Bolognini