Il piano è ben allineato al Green Deal, con il 37% di misure indirizzate alla transizione climatica.
Tra queste ci sono progetti di efficientamento energetico degli edifici (Superbonus) e per favorire la concorrenza nel mercato del gas e dell’elettricità. E “contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente” le raccomandazioni specifiche della Ue.
Il 25% del Pnrr italiano guarda inoltre al digitale, con misure per le imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.
E’ una pagella che promuove il piano a pieni voti quella che la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha consegnato al premier Mario Draghi a Roma.
Subito il pre-finanziamento: 25 miliardi di euro
Un risultato che prevede già a luglio il via libera al 13% di pre-finanziamento all’Italia di circa 25 miliardi di euro. La valutazione della Commissione Ue ha dato tutte A, cioè il massimo voto, tranne una B alla voce “Costi” come per gli altri piani approvati.
A oggi sono stati già giudicati e promossi da Bruxelles i piani di Austria, Lussemburgo, Danimarca, Grecia, Slovacchia, Spagna e Portogallo, lettonia e Germania, ai quali si aggiungeranno mercoledì 23 giugno Francia e Belgio.
Pnrr italiano: il piano più imponente
Il piano italiano è particolarmente delicato essendo quello più imponente in quanto a stanziamenti.
Prevede infatti oltre 200 miliardi sui 750 mobilitati in tutto da Bruxelles.
Per la Commissione europea il Pnrr italiano “rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale e contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni. Rafforza inoltre il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza sociale, economica e istituzionale. Le misure non arrecano danni a tutti gli obiettivi ambientali dell’Unione europea e aiutano sia la transizione energetica sia quella digitale”.