L’autorità sanitaria britannica Public Health England (PHE) rassicura: AstraZeneca protegge contro la variante Delta, ovvero la variante indiana.
A renderlo noto è la stessa casa farmaceutica anglo-svedese che ha sottolineato come, secondo i dati dell’ultimo studio effettuato, il ciclo completo della vaccinazione, quindi le due dosi previste, sia efficace al 92% contro il ricovero ospedaliero causato dalla variante Delta. Nonostante l’elevata contagiosità, non si registra infatti a oggi alcun decesso tra le persone che, vaccinate, hanno ugualmente contratto il virus.
L’efficacia del vaccino contro la malattia che si manifesti con sintomi è stata del 74% contro la variante inglese( anche nota come variante Alpha) e del 64% contro la variante Delta.
L’analisi si è svolta su 14.019 casi della variante indiana, 166 dei quali sono stati ricoverati in ospedale tra il 12 aprile e il 4 giugno, e ha esaminato i ricoveri ospedalieri di emergenza.
Se dunque è vero che, secondo uno studio di Lancet il rischio di ricovero in ospedale per la variante Delta è quasi doppio rispetto a quello della variante Alfa (inglese), è anche vero che, stando ai dati inglesi, il vaccino a vettore virale copre dalla variante indiana.
Intanto in Italia, il governatore della Regione Campania De Luca ha fatto sapere che “ai nuovi vaccinati non sarà somministrato Astrazeneca al di sotto dei 60 anni”. Lo stesso vale per il vaccino Johnson & Johnson in quanto, secondo De Luca, la posizione del Ministero non sarebbe definita in modo chiaro e vincolante.
E’ intervenuto sulla questione della riprogrammazione dei vaccini anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo. “Il Piano è ancora fattibile – ha garantito – mi ero preso margini di manovra d’accordo con il presidente del consiglio Draghi. Da qui a fine settembre arriveranno oltre 54 milioni e mezzo di dosi. Entro quella data siamo in grado di coprire l’80% della platea vaccinabili”.