Il tram dedicato alla grande ballerina, bianco e con la scritta in rosso sulla fiancata ‘Milano per Carla Fracci’, è quello della linea 1 che guidava il padre Luigi.
Lo stesso mezzo con il quale aveva accompagnato la figlia alla prima audizione per entrare nell’Accademia della Scala negli anni Quaranta.
A poco più di una settimana dai funerali, il tram è pronto a scampanellare nuovamente per le vie di Milano per ricordare la celebre ballerina rimasta nel cuore della nazione intera.
Il Teatro alla Scala
Il teatro di Milano è il luogo al quale l’etoile era più legata.
Carla Fracci fin da piccola si spostava in tram per raggiunge la Scala, dove si tenevano le lezioni di danza.
Luigi Fracci, suo padre, era un tranviere nella Milano del Dopoguerra e in tram accompagnò sua figlia Carla bambina alla prima audizione per entrare in Accademia.
“Quando ero piccola prendevo il tram per andare alla Scala: prima la linea 13 che mi portava in piazza Fontana, poi, quando mi trasferii, la 23”, raccontava la grande ballerina scomparsa il 27 maggio scorso quando, dieci anni fa, avevano usato una foto d’epoca per il libro celebrativo degli 80 anni di Atm, l’azienda dei trasporti milanesi.
In quella foto, pubblicata per la prima volta nel notiziario Atm nel 1958, una giovane Fracci era proprio sul tram con suo padre Luigi.
Quel pezzo importante della storia della piccola ballerina è raccontato nel film girato per Rai Uno proprio a Milano dal titolo ‘Carla‘, sulla vita di Carla Fracci.
Un dettaglio immortalato per sempre anche nelle foto di Agenzia Fotogramma nell’archivio Atm.
Il tram “Fracci”
Così da ieri è entrato in servizio per la metropoli il primo tram milanese dedicato a Carla Fracci, la regina della danza italiana scomparsa a 84 anni, che è pronto a percorrere le vie previste dalla linea 1 attraversando il centro città.
Un gesto per celebrare la ballerina che ha incantato il mondo con la sua danza, ma soprattutto un ringraziamento da parte della sua Milano.
Ad annunciare la “messa in strada” del nuovo mezzo nelle scorse ore è stato direttamente il sindaco di Milano Beppe Sala attraverso un post sui social e pubblicando le immagini del tram.
“Qualche giorno fa ho chiesto ad Atm di dedicare a Carla uno dei tram che guidava suo papà Luigi. Un modo molto milanese per ricordarla, per ribadire quei valori e qualità che Carla ha saputo portare nel mondo”, ha spiegato il primo cittadino.”Grazie a nome di tutte le milanesi e di tutti i milanesi”, ha aggiunto.
Regina della danza, regina di Milano
Carla Fracci e Milano resteranno sempre legati nella storia.
Fu nel capoluogo lombardo che la Fracci divenne leggenda.
Da via Ugo Tommei, tra Porta Romana e Porta Vittoria, dove era cresciuta in una casa di ringhiera col bagno esterno, la ballerina una volta sposata passò alla centralissima via Santo Spirito, dove aveva un appartamento da cui si scorgevano le guglie del Duomo.
Regina della danza, la Fracci è sempre stata amata dal suo popolo (fatto non solo di ballerini), ma per qualche motivo dei potenti non si può dire fosse proprio la favorita.
Oltre a vedersi negato il desiderato ruolo di direttrice del corpo di ballo della Scala, in vita ebbe anche l’esperienza di venire sfrattata dalla sua abitazione, di proprietà del Pio Albergo Trivulzio.
Trovò poi riparo in Porta Nuova, sempre con l’inseparabile marito, da cui ebbe suo figlio, Francesco.
Questa divenne la sua dimora stabile dopo una parentesi romana durata circa una decade.
La danza come sentimento
Di Milano la prima ballerina sembrava non stancarsi mai, sempre presente tanto nelle platee dei teatri (non solo i più prestigiosi) quanto nelle piazze per celebrare occasioni come il 25 aprile.
La si incrociava alle prime della Scala, ma anche al Piccolo di via Rovello e al Carcano di corso di Porta Romana.
“Devi avere più passione, più pietà“, erano state nei mesi scorsi le sue parole durante una lezione ai giovani interpreti dell’ultima Giselle alla Scala.
Ed è forse questo il suo più importante insegnamento, che travalica il mondo della danza.
E’ con l‘energia e il sentimento che Carla Fracci ha fatto amare il balletto anche a chi non lo conosceva per nulla. Una svolta epocale che l’ha resa il simbolo della danza nel mondo.
Carlo d’Elia