In un mondo che punta sempre maggiormente all’obiettivo della transizione ecologica, per diventare più competitiva e al tempo stesso più verde, l’industria ha bisogno di un approvvigionamento sicuro e a prezzi accessibili di energia pulita. La risposta arriva dall’idrogeno. Che, secondo il Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima, entro il 2050 potrebbe coprire quasi un quarto di tutta la domanda energetica nazionale.
Una risorsa da impiegare nel trasporto, nel riscaldamento degli edifici oltre ad alcune applicazioni industriali. E che rappresenta un punto fermo per guidare l’evoluzione del settore energetico.
Guarda in questa direzione il primo polo di eccellenza nazionale per le tecnologie dell’idrogeno che sarà inaugurato in Emilia Romagna, a Modena.
L’Hydrogen Innovation Center
Idrogeno, biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica.
Sono le quattro parole chiave alla base del protocollo d’intesa tra la regione Emilia Romagna e l’azienda italiana di infrastrutture energetiche Snam impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per la transizione energetica e che hanno dato vita al nuovo hub di Modena.
Il Centro punta all’aggregazione di partner industriali e centri di ricerca universitari. Con una duplice finalità: accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei, in primis la decarbonizzazione del sistema produttivo regionale e delle città per candidare l’Emilia Romagna tra le “Hydrogen Valley italiane.
L’idea è di costruire un’alleanza strategica tra imprese e mondo della ricerca per consolidare la filiera italiana dell’idrogeno e favorire la nascita di nuove aziende e progetti.
L’Hub aprirà le porte anche a start up e provider tecnologici che potranno sviluppare le loro soluzioni e trovare potenziali applicatori.
A Modena il primo di una serie di hub
L’Hydrogen Innovation Center di Modena porterà avanti le collaborazioni già nate con altri centri di ricerca sul tema, tra cui quella con l’Hydrogen Valley di Casaccia a Roma. Le attività di ricerca e sperimentazione comprenderanno l’intera filiera dell’idrogeno dalle tecnologie di produzione alle infrastrutture di trasporto e stoccaggio fino agli usi finali. Vale a dire applicazioni industriali, siderurgica in particolare e trasporti, auto e camion, navi e treni. I primi studi si concentreranno nel settore della mobilità a celle a combustibile e sistemi di rifornimento a idrogeno.
All’hub emiliano se ne affiancheranno successivamente altri, tra i quali uno con il Politecnico di Milano.
Entro la fine del 2021 è prevista anche la creazione di un hub oltreoceano, in collaborazione con una prestigiosa università degli Stati Uniti.
Biometano, mobilità sostenibile, efficienza energetica
Un altro obiettivo dell’accordo è la cooperazione nel settore del biometano da biomasse agricole o da rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, con possibile utilizzo per autotrazione.
Nell’ambito della mobilità sostenibile saranno valutate azioni per abbattere le emissioni inquinanti favorendo l’impiego di carburanti ecologici e per la transizione energetica delle flotte destinate a servizi di pubblica utilità e al trasporto di persone e merci. Per quanto riguarda l’efficienza, è prevista la riqualificazione energetica degli immobili pubblici quali ospedali, Rsa, uffici pubblici, case popolari, scuole e università.
Silvia Bolognini