75 milioni di euro per far crescere un’economia blu innovativa. E’ il nuovo strumento finanziario che arriva dalla Commissione Europea e il Fondo per gli investimenti a sostegno delle attività economiche legate agli oceani, ai mari e alle coste. In altre parole un Piano per incentivare la sostenibilità ambientale nel settore marittimo in tutti i suoi ambiti: dalla pesca al turismo alle energie rinnovabili.
Rispetto ambientale, biodiversità, nuove tecnologie e occupazione.
Sono questi i principali protagonisti attorno ai quali può crescere la blue economy.
Un comparto importante che dà lavoro a 4,5 milioni di persone e genera un fatturato di circa 650 miliardi all’anno.
L’impegno per un’economia blu sostenibile
Il piano è un tassello significativo nel percorso dell’Unione Europea per raggiungere gli obiettivi del Green Deal di arrivare a zero emissioni anche nel comparto marittimo.
Le linee guida che lo compongono si rivolgono infatti sia a quelli attivi direttamente nell’ambiente marino, come i trasporti marittimi e i produttori ittici e di energia, sia alle attività in porti, cantieri navali e infrastrutture costiere. E puntano a incentivare lo sviluppo di un’economia blu sostenibile in cui la protezione dell’ambiente e le attività economiche vadano di pari passo.
Come ha sottolineato il vicepresidente esecutivo della Commissione UE, Frans Timmermans, “affrontare i cambiamenti climatici e i rischi per la biodiversità richiede mari sani e un uso sostenibile delle loro risorse per creare alternative ai combustibili fossili e alla produzione alimentare tradizionale. La transizione verso un’economia blu sostenibile richiede investimenti in tecnologie innovative”.
Fondamentale la salute degli oceani e preservare la biodiversità
L’oceano è il principale regolatore climatico che abbiamo e tutelarne la salute è una delle principali condizioni per sviluppare una fiorente economia blu. L’inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat, insieme agli effetti dei cambiamenti climatici, minacciano la biodiversità marina. Per questo il Piano punta allo sviluppo di energie rinnovabili offshore, alla decarbonizzazione del trasporto marittimo e a rendere più verdi i porti.
L’energia del mare
Secondo i dati raccolti dall’UE, un insieme di energia oceanica sostenibile che includa l’eolica, termica e quella derivata dal movimento delle onde e delle maree potrebbe generare un quarto dell’elettricità dell’Unione europea nel 2050.
I porti inoltre, cruciali per i collegamenti e l’economia delle regioni e dei Paesi europei, potrebbero essere utilizzati come hub energetici.
Altre priorità verso la blue economy
Tra gli step individuati dal Piano, altra priorità è la riduzione dell’inquinamento per arrivare a impatto ambientale zero, possibile anche grazie a norme rinnovate sulla progettazione degli attrezzi per la pesca, riciclaggio delle navi, smantellamento delle piattaforme offshore e misure per ridurre la dispersione di plastica e microplastiche e favorire il passaggio a un’economia circolare.
E’ necessario anche garantire una produzione alimentare sostenibile, grazie all’uso di alghe e piante marine e a un più rigido controllo della pesca. In questo senso sono state presentate le linee guida per l’acquacoltura sostenibile.
Bruxelles intende inoltre sostenere lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle aree costiere e tutelare i litorali dal rischio di erosione e inondazioni per preservare la biodiversità e i paesaggi. Tra gli obiettivi del Piano anche il miglioramento nella gestione dello spazio marittimo.
Silvia Bolognini