Il termine ultimo scade venerdì 21, quindi il tempo realmente stringe.
Ma forse già nel tardo pomeriggio di domani, mercoledì 19 maggio 2021, il cosiddetto decreto “Sostegni bis” potrebbe essere convertito in legge dal Parlamento italiano.
Nel testo in queste ore in discussione alla Camera sono previste alcune significative novità relative alle misure inizialmente pensate dal Governo per agevolare la ripartenza del Paese dopo l’emergenza-Covid.
Dal decreto alla legge di conversione
Il nuovo pacchetto di interventi può contare complessivamente su un budget da 40 miliardi di euro.
Il testo presentato alla Camera lunedì 17 maggio è più che raddoppiato, rispetto a quanto inizialmente previsto dal decreto, passando da 43 a 94 articoli. Il lavoro svolto in queste settimane ha portato infatti a qualche correttivo, ma anche all’introduzione di ulteriori misure. E lo spettro d’azione è estremamente ampio. Si va dalle scadenze fiscali al sostegno alle imprese e alle partite Iva, dal mondo del lavoro a quello delle famiglie.
I ristori e le imprese
Dovrebbero ammontare a circa 14, nel monte-risorse totale, i miliardi di euro destinati ai ristori per le imprese.
I contributi a fondo perduto, a quanto sembra, in parte verrebbero assegnati subito, in maniera automatica e sulla base del fatturato, per agevolare la ripartenza.
L’idea sarebbe poi quella di prevedere un possibile conguaglio in una seconda fase, basato probabilmente sul criterio degli utili. Nel testo in discussione sarebbe inserta anche la previsione di un contributo specifico per le start-up. Si parla inoltre di rifinanziamento della legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali, di proroga dei prestiti agevolati con la copertura del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e di una nuova moratoria sui prestiti. Aiuti mirati andrebbero infine ad alcuni settori specifici maggiormente in difficoltà, anche per garantire la liquidità.
Il lavoro
In vista del venir meno del blocco dei licenziamenti, si punta a garantire una significativa decontribuzione alle aziende che conservino il posto ai dipendenti in uscita dalla cassa integrazione.
Nei giorni scorsi, il ministro del Lavoro ha annunciato l’inserimento nel testo del cosiddetto “contratto di rioccupazione”. Valido in tutti i settori, comporterebbe un’assunzione a tempo indeterminato, con percorso di formazione e prova di massimo 6 mesi, sostenuta con la totale detassazione.
Vi sarebbero poi bonus Covid per specifiche categorie di lavoratori (come i lavoratori della sanità con contratti di somministrazione), un aiuto fino a 1.000 euro per le partite Iva con attività avviata dal 2019 che non hanno registrato cali di fatturato. Inoltre si risolverebbero alcune questioni legate alla copertura della cassa integrazione Covid e alla tutela dei professionisti impossibilitati a lavorare a causa della pandemia.
Le famiglie
Nel pacchetto di misure pensate per le famiglie, il testo in discussione prevederebbe, sul fronte dell’abitazione, un accesso allargato al fondo per i mutui prima casa per i giovani e un blocco degli sfratti per morosità e per pignoramento. I relativi provvedimenti di rilascio dovrebbero infatti essere congelati fino al 30 settembre o al 31 dicembre 2021, a seconda della data d’adozione. Nella legge di conversione potrebbe poi entrare anche l’istituzione di un fondo per il sostegno economico, fino a 800 euro al mese, per i genitori, separati o divorziati e obbligati alla corresponsione dell’assegno di mantenimento, che abbiano cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa a causa del Covid. Novità anche per il bonus vacanze, con un allungamento di 6 mesi del periodo di validità e la previsione della possibilità di cessione da parte del beneficiario all’agenzia di viaggio.
Il fisco
Quanto al calendario fiscale, il passaggio del testo in Senato ha introdotto alcune modifiche. Tra queste, il versamento dell‘Irap verrebbe prorogato, senza sanzioni e interessi, dal 30 aprile al 30 settembre 2021.
L’Iva non detraibile, anche parzialmente, rientrerebbe comunque tra le spese per gli interventi realizzati che danno diritto al Superbonus. I destinatari del contributo a fondo perduto sarebbero esentati dal pagamento della prima rata dell’Imu per il 2021.
I canoni non percepiti, anche per locazioni di immobili destinati ad abitazione precedenti al 2020, verrebbero detassati. Infine, fino al 31 dicembre 2021, sarebbe previsto l’esonero dal pagamento di Tosap, Cosap e tassa sulla pubblicità per esercizi commerciali come bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie e pizzerie.
Alberto Minazzi