Il maestro se ne è andato.
Franco Battiato, ha reso noto la sua famiglia, “è spirato dopo una lunga malattia” nella sua casa, in Sicilia.
L’Italia perde uno dei suoi cantautori più amati.
“La cura“, come moltissimi altri suoi testi, hanno accompagnato generazioni di innamorati. E la cura che ha messo nella sua arte, mai banale, a volte anche difficile, in grado di unire musica colta al pop e alla sperimentazione di nuove forme, è sempre riuscita a conquistare il pubblico, portando nelle piazze decine di migliaia di appassionati.
Franco Battiato aveva 76 anni e fino al 2017 ha continuato a tenere i suoi concerti, sempre affollatissimi.
Chi era Franco Battiato
Registrato come Francesco all’anagrafe di Ionia (oggi Riposto), comune del catanese dove era nato il 23 marzo 1945, Battiato aveva iniziato la propria carriera musicale a 20 anni, nel 1965, arrivando a pubblicare, prima del ritiro dalle scene nel 2019, 42 album, di cui 30 in studio, 8 live e 4 colonne sonore, oltre ad alcune raccolte. Ma è stato un vero e proprio artista a tutto tondo, essendosi cimentato, oltre che con la musica (sia da cantante che da polistrumentista) anche con la pittura e la regia. Sia pure solo per alcuni mesi (tra novembre 2012 e marzo 2013, è stato anche assessore al Turismo della sua Regione, la Sicilia.
Gli inizi
Dopo la maturità scientifica ad Acireale, in seguito alla scomparsa del padre, nel 1964, si è trasferito prima a Roma e poi a Milano. Ha fatto ritorno in Sicilia, a Milo, solo alla fine degli anni Ottanta. Interrotta la carriera universitaria, il giovane Battiato si è dedicato interamente alla musica. È stato Giorgio Gaber, con cui inizialmente ha collaborato strettamente, a suggerirgli di accorciare il nome in Franco.
La sua musica
Il cammino musicale di Battiato, dopo l’iniziale cantautorato, è virato verso la musica sperimentale ed elettronica nei primi anni Settanta, continuando poi l’innovazione con l’introduzione di sonorità poco conosciute, dall’acustica all’avanguardia contemporanea. Si può realmente dire che il percorso del cantautore siciliano non ha lasciato inesplorato alcun genere, dal rock, al jazz, alla musica tribale. Verso la fine degli anni Settanta ha iniziato una lunga e proficua collaborazione con il musicista Giusto Pio e, negli anni seguenti, è ritornato al pop. “L’era del cinghiale bianco”, del 1979, è l’album che, pur inizialmente accolto freddamente dal pubblico, verrà poi considerato il suo manifesto.
Il successo di Battiato
Il grande successo di critica e vendite è arrivato però nel 1981 con l’LP “La voce del padrone”.
Titoli come “Bandiera bianca” o “Centro di gravità permanente”, contenuti nell’album, sono con gli anni diventati veri e propri classici della musica italiana. La ricerca musicale a 360 gradi di Battiato, comunque, non si è fermata. Un esempio è “Voglio vederti danzare”, accompagnata nei concerti live dall’esibizione dei dervisci, danzatori mistici. Battiato ha scritto anche per altri cantanti. La sua “Per Elisa”, composta per Alice, nel 1981 ha vinto il Festival di Sanremo. “Alexanderplatz”, del 1982, è diventata uno dei brani capisaldo del repertorio di Milva. È invece del 1996 quello che è unanimemente considerato il capolavoro di Battiato, “La cura”.