Dopo un mese dalla sottoscrizione del protocollo tra istituzioni e parti sociali per le vaccinazioni nei luoghi di lavoro, l’Inps ha pubblicato un nuovo documento tecnico che da indicazioni operative per la somministrazione dei vaccini anti-Covid in azienda.
Ferma restando la responsabilità generale e la supervisione, che rimane in capo al Servizio sanitario regionale, viene precisato che l’intera campagna vaccinale si deve svolgere secondo principi di priorità che tutelino le persone più vulnerabili al virus per età e/o stato di salute o per rischio di esposizione al contagio.
I criteri dei quali si è tenuto conto sono la classificazione del rischio negli ambienti di lavoro valutata con i codici Ateco; i dati del monitoraggio delle denunce di infortunio da Covid, aggiornate periodicamente dall’Inail ; i dati del monitoraggio epidemiologico, con attenzione all’analisi dei focolai nei contesti produttivi a livello territoriale; le evidenze scientifiche disponibili sul rischio di contagio negli ambienti lavorativi.
Sono 27 i settori di lavoro considerati più a rischio. In questi, sono impiegate oltre 11 milioni e mezzo di persone.
Circa due milioni lavorano nel commercio al dettaglio, un settore classificato con rischio prioritario soprattutto nell’ambito alimentare e nei centri commerciali.
Poco meno di 1,2 milioni lavorano nei servizi di ristorazione, più di 600 mila nel trasporto (terrestre, marittimo e aereo), 460 mila nei servizi per edifici e paesaggi e nel settore eterogeneo in parte già vaccinato per l’attività prestata in ambito sanitario e nelle Rsa, e altrettanti nelle industrie alimentari.
C’è una regione che ha già iniziato le vaccinazioni tra i lavoratori ed è la Campania. Due aziende vitivinicole della provincia di Benevento, infatti, per iniziativa di Coldiretti, Regione e Asl, hanno inoculato circa mille le dosi ad agricoltori e loro familiari, appartenenti alle fasce d’età attualmente in corso di vaccinazione in Campania, ovvero dai 50 anni in su.