La pandemia ha avuto ripercussioni notevoli sul mercato del lavoro.
Soprattutto, ha reso ancor più difficile la situazione già precaria di molti padri separati, alle prese con il proprio sostentamento e con l’assegno di mantenimento per la famiglia.
Un’emergenza sociale, la loro, che l’emergenza sanitaria ha reso sempre più impellente.
Per i genitori separati il decreto sostegni in fase di riconversione in legge in Parlamento prevede così un aiuto.
Un emendamento al decreto prevede, infatti, l’assegnaizione di un assegno per supportare chi, a causa della pandemia, ha cessato o ridotto l’attività lavorativa se non addirittura perso tutto.
Il fondo previsto per permettere ai padri separati di garantire una parte o l’intero importo del mantenimento dovuto al coniuge è di 10 milioni di euro. L’assegno mensile potrà essere al massimo di 800 €.
Tutti i dettagli e i criteri per l’erogazione saranno contenuti in un decreto del presidente del Consiglio dei ministri che sarà approvato entro 60 giorni dalla conversione in legge del Decreto 41/2021 “decreto sostegni”.
Inizierà invece solo da gennaio 2022 e non dal prossimo luglio, come era previsto, l’assegno unico per le famiglie.
Per sei mesi verranno ancora erogati assegni famigliari e bonus bebè. Dal primo luglio sarà possibile però inviare le domande per il nuovo assegno universale.
In Italia, nel 2020, si è registrato un calo del 13,5% delle ore lavorate a causa dell’aumento della disoccupazione e al ridimensionamento dell’orario di lavoro per quanti hanno potuto mantenere un’occupazione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro per il 2021 è prevista una parziale ripresa e il numero di ore lavorate su scala mondiale dovrebbe salire del 6%-7% rispetto al 2020.