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10 Maggio: Prima giornata internazionale dell'Argan, l'oro del deserto

10 Maggio: Prima giornata internazionale dell'Argan, l'oro del deserto

Dai suoi noccioli si ricava un olio essenziale conosciuto in tutto il mondo e richiestissimo dalle industrie cosmetiche.
E’ l’Argan, albero raro e prezioso che si coltiva soltanto in Marocco e che, grazie all’ONU, sarà celebrato con una Giornata Internazionale.
L’ “oro del deserto” si festeggerà il 10 maggio per raccontare una storia straordinaria di donne, tradizioni e sviluppo sostenibile

La Giornata Internazionale

L’iniziativa è partita dal governo del Marocco e la scelta della data è stata ispirata al ciclo di maturazione del frutto, da cui deriva il famoso olio di Argan.
Ma non è stato certo per celebrarlo come elisir di bellezza che l’ONU ha istituito la Giornata Mondiale quanto perché quelle alte dune desertiche piene di alberi spinosi oggi sono il simbolo del riscatto sociale ed economico delle donne berbere. Grazie a Zoubida Charrouf, la “madre” dell’Argan.

donne argan

Zoubida Charrouf

La fama e il successo dell’olio di Argan arrivano in Occidente soltanto nei primi anni del 2000.
Le sue incredibili proprietà erano in realtà ben conosciute dalle donne berbere sin dai tempi antichi.
Fu dunque un’operazione di marketing di qualche casa cosmetica?
Niente affatto. Il mondo intero deve tutto alla ricercatrice universitaria Zoubida Charrouf: fu lei a far conoscere il ruolo di questi alberi.
Con i suoi studi dimostrò che questa pianta era determinante nella lotta alla desertificazione, che poteva diventare fonte di emancipazione della donna e una delle principali ricchezze del Marocco.

Una storia di emancipazione femminile e di lotta alla povertà

Dietro alla produzione dell’olio di Argan ci sono sempre state le donne berbere del Marocco. Soltanto loro, infatti, sanno come si produce. La loro è un’arte che si tramanda da secoli.
Ma se fino a pochi decenni fa lo lavoravano a casa mentre i mariti lo vendevano ai mercati, trattenendosi i guadagni, con l’arrivo di Zoubida le cose sono cambiate.
E’ stata la ricercatrice marocchina a intuire che l’incremento della produzione e la vendita dell’olio, soprattutto all’estero, poteva fare da traino per l’emancipazione femminile. Non si sbagliava.

Tutto nacque con “El-Amal”

Verso la fine degli anni ‘90, Zubida fondò “El-Amal”, la prima cooperativa al femminile che riuniva donne vedove e divorziate.
Gli uomini, ancora scettici, si sarebbero uniti soltanto più tardi. Grazie all’Argan e a queste cooperative, la vita delle donne berbere è cambiata: adesso guadagnano direttamente e non dipendono più dai mariti.
Gestiscono da sole le reti di vendita, anche on line, spesso mantengono da sole la famiglia e si possono permettere anche corsi all’università e la partecipazione alla vita politico-sociale del Paese.
Tra i più convinti sostenitori delle cooperative femminili c’è il Governo del Marocco, che è impegnato nella promozione di attività formative e nel sostegno finanziario e infrastrutturale per garantire alle donne una maggiore organizzazione e condizioni di vita migliori.

Le foreste di Argania Spinosa del Marocco

Viste dall’alto, le foreste di Argan, il cui nome scientifico è Argania Spinosa, ricamano di verde le gialle dune sahariane. Uno spettacolo che potete vedere soltanto in Marocco, nella regione di Souss, dove ci sono coltivazioni per oltre 820.000 ettari. Alberi antichissimi che assomigliano all’olivo, dalle radici lunghe oltre dieci metri, necessarie per trovare l’acqua nel sottosuolo, longevi da vivere fino a 250 anni e le cui foglie sono una leccornia per capre e cammelli.

Albero Argan
Ma il vero tesoro sono i suoi noccioli e non è un caso se nell’idioma dei berberi “Argan” significa olio. Ancora oggi queste popolazioni nomadi dell’Africa settentrionale lo usano come alimento, ridotto in crema ha un delicato gusto di nocciola, come medicinale e come balsamo di bellezza per pelle e capelli.

Pregiato e costoso

Sapete perché l’olio di Argan è tra gli oli più costosi al mondo?
Perché per produrne un litro serve il raccolto di 6 alberi e un processo lungo e laborioso di circa due giorni.
I noccioli vengono tostati, poi spaccati con grandi sassi per ricavarne i semi che infine sono sbriciolati dentro piccole macine di pietra e lavorati con acqua fino ad ottenere il prezioso olio.
Un procedimento lunghissimo e fatto interamente a mano tanto che nel 2014 l’Argan e la sua lavorazione sono stati inseriti nella lista dei beni culturali immateriali del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

La crescita della domanda dell’industria cosmetica degli ultimi anni ha fatto impennare la produzione e oggi l’olio di Argan rappresenta il primo prodotto africano con marchio a Indicazione Geografica Protetta.

Le foreste di Argan “Riserva della Biosfera UNESCO”

Gli studi di Zoubida Charrouf hanno dimostrato che proteggere le foreste di Argan significava proteggere l’ambiente dalla crescente desertificazione legata ai cambiamenti climatici e al disboscamento per lo sfruttamento del suolo per attività di pascolo.
Per salvare queste terre, nel 1998 l’UNESCO le ha dichiarate Riserva della Biosfera, tutelando l’area dove lavorano centinaia di cooperative di donne e assicurandone la protezione e la riforestazione.

Luisa Quinto

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