“Se mi abbandoni rimani solo“. E’ questo lo slogan della campagna che Dog Film Festival e FNOVI, Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani, rivolgono a chi già vive con un cane e a coloro che non hanno ancora fatto questa scelta.
Commissionata ad Artix e patrocinata dalla Croce Rossa Italiana, la campagna per prevenire e combattere l’abbandono dei cani è già visibile sui canali social di FNOVI e Dog Film Festival, prima rassegna cinematografica e letteraria italiana incentrata sull’universo del cane ed il suo rapporto empatico con gli esseri umani.
La rassegna cine-letteraria continua a raccogliere iscrizioni: si ha tempo fino al 30 maggio per partecipare e concorrere nelle sezioni Producers, Lovers o Writers.
Il primo Festival del film dedicato ai cani
In tempi di pandemia sono aumentate le adozioni di cani ed è per questo che dopo New York e Londra, anche l’Italia avrà il suo primo Dog Film Festival.
“A partire dal primo maggio le iscrizioni al Festival, avviate già dallo scorso marzo, sono diventate gratuite, un modo per incentivare la partecipazione e renderla democratica”, spiega Elisabetta Castiglioni, curatrice della comunicazione del Festival.
Il cane, storico amico dell’uomo, divenuto provvidenziale per chi era solo in questi mesi di pandemia, è sempre stato parte di racconti e storie avventurose o sentimentali ed è proprio per esaltarne questo aspetto che è nato il DFF.
I DFF Awards del Dog Film Festival
Un Festival incentrato su Empatia, Natura, Ambiente e Valori affettivi che invita tre categorie di partecipanti – professionisti, amatori e narratori – a iscrivere le proprie opere, professionali o amatoriali, per concorrere nelle rispettive e diverse sezioni all’assegnazione dei DFF Awards, decisi dalle tre giurie dedicate.
Alla sezione Lovers (amatoriali) possono partecipare tutti gli appassionati e amanti dei cani, caricando i propri video di massimo 30 secondi direttamente sul sito, nell’apposita sezione.
Il Video Contest sarà aperto sul canale YouTube del Festival dal 5 al 25 giugno; saranno i voti della community social a decretare il vincitore.
La rassegna dei veterinari
Alla miglior storia raccontata da un medico veterinario sarà inoltre dedicato un riconoscimento speciale, Premio FNOVI. La partecipazione a questo Premio è riservata ai medici Veterinari iscritti all’Ordine che dovranno narrare una giornata particolare nell’ambito della loro professione, sottolineando la relazione empatica con i nostri amici a quattro zampe. Il miglior racconto, trasformato poi in un documentario prodotto da Dog Film Festival, verrà proiettato nell’ambito della seconda edizione del Festival.
L’omaggio ai quattrozampe che aiutano l’uomo
La rassegna premia anche l’impegno civile dei cani al fianco e a sostegno dell’uomo in tre ambiti: Therapy, per le attività svolte a supporto di percorsi di recupero terapeutico-sanitario; Security, per le attività di investigazione, prevenzione e controllo; Search and Rescue, per le operazioni di pronto intervento e soccorso.
“Sviluppare empatia tra umani e cani migliora le persone, migliora il quotidiano e il modo con il quale ci rapportiamo con il mondo, primo tra tutti il rispetto reciproco”, spiega il curatore del Festival, Marco Panella.
I bandi scadono il 30 maggio, l’8 luglio la premiazione a Roma.
La campagna anti abbandono
Contestualmente al Festival è partita la campagna anti abbandono, il cui obiettivo è lanciare un forte messaggio di sensibilizzazione sull’argomento, sottolineando lo spirito familiare che si instaura con un cane nel momento in cui entra nella nostra vita e il profondo vuoto affettivo che si apre quando la lascia.
“Alziamo il velo! Affetto fa rima con rispetto e non con possesso – afferma convinto Marco Panella – Una verità essenziale che, a volte, viene fraintesa a danno dei nostri amici a quattro zampe. La responsabilità di avere vicino un animale, con cui si decide di condividere la propria vita, non di rado viene elusa: l’abbandono del cane, atto sconsiderato e criminale al quale possono concorrere differenti motivazioni, trova nel cane la vittima certa”.
La dura vita in canile
“Il canile dovrebbe essere un luogo nel quale l’animale rimane per un periodo limitato in previsione del suo reinserimento in una nuova famiglia, ma non sempre le cose vanno così – spiega Panella -. In alcuni casi, i cani rischiano di rimanere per molti anni, se non addirittura per tutta la vita, in un luogo che può essere fonte di grande stress, senza punti di riferimento e figure di attaccamento, mancanza di routine e di relazioni. Un cane che ha perduto il proprio contesto entra così in una condizione di sofferenza psico-fisica che finisce per avere ripercussioni a lungo termine”.
In Italia aumentano le adozioni
I dati registrati nel 2020 indicano in realtà, in Italia, un incremento delle adozioni nei canili che va dal 3 al 15%, probabile conseguenza della situazione di chiusura pandemica cui l’intera popolazione è stata sottoposta: “Un dato che ci auguriamo cresca ulteriormente e sia accompagnato da una maggiore responsabilizzazione, soprattutto quando viaggi e vacanze ritorneranno possibili. Un animale da affezione, arricchisce la vita, offre compagnia, dà conforto e sostegno psicologico – continua Panella -Funge da facilitatore sociale, consente al proprietario di mantenere una routine (legata al suo accudimento) e di uscire all’aria aperta”.
Secondo FNOVI, un colloquio con il medico veterinario è indispensabile, prima di far entrare nella propria vita un cane, per capire meglio non solo le responsabilità che ci aspettano ma anche la giusta scelta da fare sulla specifica tipologia di cane, come prevenire possibili malattie e soprattutto come porre le basi per una serena convivenza.
Claudia Meschini