Miglior Film, migliore attrice protagonista e miglior regia: Nomadland è il vincitore della 93° edizione degli Academy Awards.
La regista Chloé Zhao e l’attrice e produttrice Frances McDormand portano a casa anche la notte degli Oscar, dove aver vinto la scorsa Mostra del cinema di Venezia e il Golden Globe.
A “sorpresa” Anthony Hopkins vince la statuetta come Miglior attore protagonista per The Father, 29 anni dopo Il silenzio degli innocenti, chiudendo una serata che resterà nella storia come l’edizione influenzata dal virus Sars-CoV-2.
Gli Oscar 2021
Un’edizione molto equilibrata dal punto di vista delle premiazioni: Mank, candidato a ben dieci premi, ne porta a casa solo due (scenografia e fotografia), così come Sound of Metal (Miglior sonoro e Montaggio).
The Father, oltre alla statuetta di Hopkins, si è aggiudicato anche la categoria Miglior sceneggiatura non originale, Judas and the Black Messiah l’Oscar per il Miglior attore non protagonista a Daniel Kaluuya e Miglior canzone originale per Fight for you, cantata da H.E.R., Soul ha vinto come Miglior film d’Animazione e Miglior Colonna sonora) e Ma Rainey’s Black Bottom.
Niente gloria per l’Italia
Proprio quest’ultimo film ha “scippato” la gloria italiana di vedere premiato Pinocchio di Matteo Garrone, nel quale erano candidati Mark Coulier, Dalia Colli e Francesco Pegoretti per il Makeup e Massimo Cantini Parrini nei Costumi, cosa che sicuramente non risparmierà qualche polemica all’Academy per la scelta.
Sfumato anche il sogno di vedere un omino d’oro in mano a Laura Pausini con la canzone Io sì (Seen), scritta da Diane Warren per il film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti (dove recita Sophia Loren, disponibile su Netflix).
Resta comunque il primo singolo italiano a raggiungere la serata degli Academy.
Gli altri sconfitti della serata sono Il processo ai Chicago 7, film di Aaron Sorkin nonostante le sei candidature e Gleen Close, che raggiunge l’attore Peter O’Toole nella speciale classifica di maggior numero di nomination agli Oscar senza vittoria: è arrivata a quota otto quest’anno, e come si dice in inglese and still counting (ma non glielo auguriamo).
La cerimonia e l’ “Oscar umanitario”
Dal punto di vista organizzativo invece la serata degli Oscar 2021 è stata sicuramente da ricordare: la pandemia causata dal Coronavirus ha imposto all’Academy di restringere l’evento, tenutosi per la gran parte del tempo all’Union station di Los Angeles. Il tradizionale Dolby theatre è comparso solo per il conferimento del premio umanitario Jean Hersholt al Motion Picture & Television Fund, per gli sforzi profusi nell’aiutare malati e bisognosi nell’ultimo anno (così come per l’altro vincitore del medesimo premio, Tyler Perry.
Meno red carpet, interviste pre-premiazioni a distanza, nessuna platea di fronte al (modesto) palco ma tavoli distanziati e pochi presenti oltre agli addetti ai lavori (in stile Golden Globe), con collegamenti da tutti il mondo, da Londra a Sydney (in diretta).
Un Premio internazionale
Sia le nomination che le premiazioni sono state all’insegna del politically correct, dopo anni in cui l’Academy veniva accusata di dare troppo spazio ai “bianchi” senza dare il giusto merito agli afroamericani.
Ne è uscita un’edizione molto internazionale, dato che a est Bong Joon-Ho, miglior regista dello scorso anno, ha “passato il testimone” alla collega cinese Chloé Zhao mentre da un lato l’afrobritannico Daniel Kaluuya è stato decretato come Miglior attore non protagonista per il personaggio di Fred Hampton, leader delle Black Panther (Judas and the Black Messiah) e dall’altro la coreana Youn Yuh-jung ha vinto lo stesso premio al femminile per Minari.
I ringraziamenti di Yuh-jung, che ha scherzosamente flirtato con Brad Pitt, sono stati forse il momento più alto e divertente della serata.
L’Oscar alla Memoria
Di altro tenore, il tanto atteso In Memoriam, dove solitamente vengono ricordati gli artisti scomparsi nell’ultimo anno.
Tanti i nomi in quest’anno di pandemia: Ian Holm, Max Von Sydow, Joel Schumacher, Irrfan Khan, Hal Holbrook, Christopher Plummer, Kim Ki Duk, Sean Connery e Chadwick Boseman tra i numerosi che purtroppo ci hanno lasciato.
Tra gli italiani, sono stati ricordati il maestro Ennio Morricone, vincitore di du Oscar( alla carriera e per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino), il produttore Alberto Grimaldi e il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno.
Damiano Martin