Il decreto che ci accompagnerà verso l’estate adesso c’è. La data per la riapertura delle spiagge, in pratica, anche (manca solo il “nero su bianco” per confermare l’appuntamento del 15 maggio). Così come le linee guida, che ricalcheranno quelle del 2020.
Ma chi gestisce gli stabilimenti balneari non si ferma qui. Dalla sanificazione certificata dei grandi spazi agli hub per la vaccinazione del personale, dall’app per la prenotazione, al corso per beach manager, al “beach working”, ogni regione d’Italia sta perfezionando una serie di iniziative collaterali per garantire ai bagnanti un’estate al mare in piena sicurezza.
Veneto “zona blu”
“Dal 15 maggio, dopo le zone rosse, arancioni e gialle, il Veneto passerà idealmente in zona blu”.
È questo il messaggio che Unionmare Veneto, con il supporto della Regione, un’autorevole validazione scientifica e il timbro degli enti certificatori competenti, sta lanciando ai tanti turisti che stanno organizzandosi per trascorrere le ferie sulle coste del nord Adriatico. Un progetto che è piaciuto anche al Gabinetto del Ministro Garavaglia. “I temi della sicurezza – sottolinea il presidente di Unionmare, Alessandro Berton – sono oggi assolutamente centrali, in una campagna promozionale, perché il turista chiede di poter passare le proprie vacanze senza il timore di correre rischi”.
Una sanificazione certificata
“Il problema – spiega Berton – è che prima del Covid non era mai stata fatta una sanificazione massiva su grandi spazi come campeggi e spiagge. Con uno sforzo importante, siamo riusciti a realizzare un circuito di sanificazione in sicurezza, riconosciuto anche dal Ministero, con 4 diverse modalità operative adatte alle esigenze delle spiagge venete, che hanno spazi dimensionali molto grandi. Basti pensare che, nello stesso spazio, a Jesolo trovano posto 30 stabilimenti, mentre ad esempio a Rimini ce ne stanno 300”.
La costa veneta inclusiva e sostenibile
Tutto questo consentirà di ottenere un marchio importante, come l’Ecolabel europeo, che identifica le strutture maggiormente compatibili con l’ambiente. “Soprattutto in Germania – dice il presidente di Unionmare – è un marchio particolarmente apprezzato. E ci permette di sostenere il concetto che la costa veneta è inclusiva e sostenibile. Perché dimostriamo che, pur essendo costosa, una sanificazione degli stabilimenti balneari per la sicurezza di chi ne fruisce è possibile”.
Spiagge “a batterio zero”
Lo sviluppo delle nuove metodologie di sanificazione prende spunto dalla certificazione dei procedimenti interni che ha consentito agli autogrill di restare aperti durante la pandemia, a differenza di altri bar e ristoranti. E, nell’ottica imprenditoriale, permette anche un salto di qualità che si spinge oltre il Covid. “Possiamo già pensare a programmare – ammette Berton – una stagione 2022 finalmente del tutto libera, “a batterio zero”. Con un ritorno alle origini, riprendiamo il concetto di salubrità che caratterizzò l’inizio della balneazione attrezzata nelle prime colonie marine di inizio Novecento. La spiaggia è un luogo sicuro e sano e possiamo esaltare e valorizzare questa idea”.
Estate 2021: fiducia e timori del Sib
Tutto il settore balneare italiano, nel frattempo, si sta dando da fare in vista del 15 maggio per essere pronto ad aprire il prima possibile. “Questo – spiega Antonio Capacchione, presidente del Sib, il sindacato dei balneari – ci permetterà di intercettare maggiori fette dei mercati internazionali, visto che siamo preoccupati della concorrenza che ci arriva soprattutto da Grecia e Spagna. La sicurezza è in cima alle preoccupazioni di tutti e noi proviamo a venire incontro alle aspettative di una domanda sempre più esigente, facendo tesoro dell’esperienza positiva dello scorso anno. E offrire servizi in spiaggia quanto prima può essere un valore aggiunto”. La sollecitazione verso il Governo di poter aprire a metà maggio si lega infatti alla Pentecoste, che soprattutto i popoli di lingua tedesca sono abituati a festeggiare con brevi ferie.
Tra fasce e varianti
Capacchione è anche il presidente del Sib della Puglia. Dove, racconta, località di grande attrattiva internazionale come quelle di Gargano e Salento sono intensamente al lavoro per allestire gli impianti, sperando che anche il tempo dia presto una mano dopo una primavera piuttosto fredda. La vera preoccupazione, in Puglia, è però legata all’attuale collocazione in “zona rossa”. “Il mantenimento del meccanismo dei colori anche in estate – sottolinea Capacchione – è un forte elemento di preoccupazione generale. Occorre dunque una riflessione da parte del Governo, anche se siamo fiduciosi che, insieme alle vaccinazioni, giocherà un ruolo importante anche il “vaccino naturale” del caldo. Sempre senza dimenticare il tema delle varianti, che sembrano colpire di più i giovani, spesso in forma asintomatica. Perché, non dimentichiamolo, si tratta di coloro che frequentano di più le spiagge”.
Due iniziative dalla Liguria
Anche le spiagge della Liguria stanno lavorando alacremente per essere operative fin da inizio maggio. Due, in particolare, sono le iniziative in fieri. La prima è il lancio di un’app per la prenotazione della spiaggia e la successiva eventuale tracciabilità. “Sia da smartphone che da computer – illustra Enrico Schiappapietra, presidente regionale e vicepresidente vicario nazionale del Sib – possono essere anche precompilati i vari moduli, accelerando le procedure all’ingresso in spiaggia e evitando assembramenti”. Al presidente della Regione Toti, il Tavolo coordinamento turismo ligure proporrà l’istituzione, a proprie spese di uno o più hub provinciali per la vaccinazione dei lavoratori del settore, “per arrivare all’estate più sicuri possibile.
In Abruzzo il corso di “beach manager”
In Abruzzo, i primi allestimenti delle spiagge sono partiti da circa un mese, dopo l’ordinanza regionale del 14 marzo, con circa il 70% di stabilimenti che saranno pronti per l’elioterapia entro i primi di maggio. Il tema dei ristoranti, poi, è stato risolto con l’allestimento di piazzole prefabbricate all’aperto. Ma è un’altra l’iniziativa originale che è stata promossa da Balnearia, Sib, Confcommercio e Cat Ascom: un corso di “beach manager”, iniziato ieri, che ha già registrato 50 adesioni: 28 locali e 22 dal resto d’Italia (tra gli altri, un privato milanese, un riminese e due veneti, da Venezia e Rosolina”. “Il progetto – spiega Riccardo Padovano Lacchè, presidente di Confcommercio e Sib – nasce prima del Covid, perché riteniamo che questa sia una figura che manca, non esistendo più il “bagnino” tuttofare di una volta”.
“Beach working” in Emilia Romagna
L’Emilia Romagna, che è stata la prima, lo scorso anno, a stilare i protocolli, li ha sostanzialmente confermati, dopo aver verificato il loro buon funzionamento. Nella riproposizione della stessa formula, l’unica novità, a livello promozionale, è il lancio del “beach working”. “Ormai – ricorda Simone Battistoni – tutte le nostre spiagge sono dotate di un wifi che funziona bene. Per favorire lo smartworking in riva al mare, adesso, alcuni bagni metteranno a disposizione dei propri ospiti anche un tablet”. Questa iniziativa è allo studio anche in Toscana, dove, come spiega Stefania Frandi, è in calendario per il 26 aprile un incontro con l’assessore regionale per affrontare tutte le proposte attualmente sul tavolo. In Lazio, gli stessi preparativi di allestimento sono invece ancora all’inizio, in attesa di maggiori certezze su date e linee guida. “A maggio però – fa notare Mario Gangi – l’utenza delle spiagge è limitata e saremo comunque pronti per accoglierla”.
Le spiagge del Sud e delle isole
In Sicilia, la data fissata per l’apertura delle spiagge ai clienti locali in abbonamento è fissata per l’11 giugno. “Per i turisti non locali – sottolinea Ignazio Ragusa – già il 15 maggio è invece tardi. I gestori di queste strutture avranno danni maggiori”. Ancor più problematica la situazione della Campania.
“C’è da risolvere – evidenzia Marcello Giocondo – la tematica del rinnovo delle concessioni demaniali, che sono state prorogate col Covid, ma solo fino al 30 luglio”.
Anche la Sardegna, dove i grandi flussi arriveranno da metà giugno in poi, è in attesa di un atto legislativo: il decreto della Regione che consente un ampliamento temporaneo delle superfici concesse, per consentire alle strutture di avere più spazi, mediamente il 25%, per rispettare le distanze interpersonali. “Per le caratteristiche demaniali dell’isola – conclude Alberto Bertolotti – è poca cosa e di certo non incideremo nell’occupazione delle spiagge libere. Anche noi gestori abbiamo la piena consapevolezza che il valore ambientale delle aree in cui operiamo è il nostro valore aggiunto da preservare. Piuttosto, siamo preoccupati riguardo al tema degli spostamenti tra regioni e nazioni, visto che la Sardegna vive di turismo”.
Alberto Minazzi