Anche se, a differenza della primavera 2020, quest’anno non siamo stati costretti in casa da un vero e proprio lockdown, il sistema a zone colorate adottato dall’Italia come misura di contenimento del contagio da Covid-19 ha comunque inciso su molti aspetti della nostra vita.
A partire dagli spostamenti e dai motivi che li giustificavano. E Google, nel suo rapporto sugli spostamenti della comunità, offre un’interessante spaccato di come la pandemia abbia modificato le nostre abitudini.
Più alimentari, meno tempo libero
Risulta così che, nel periodo tra il 5 marzo e il 16 aprile 2021, com’era logico attendersi, gli Italiani si sono spostati molto meno con i mezzi pubblici e per motivi legati al loro tempo libero (in media -35% in entrambi i casi) rispetto a quanto facevano nelle ultime 5 settimane del 2020 (dal 3 gennaio al 6 febbraio), prima che il Covid entrasse di prepotenza nella quotidianità. La sempre maggior diffusione dello smartworking e le chiusure di molte attività hanno inoltre ridotto in maniera significativa anche gli spostamenti verso i posti di lavoro (-22%).
Ma vi sono anche dei segni positivi, nel confronto tra i due periodi presi in considerazione da Google.
Ci si sposta di più innanzitutto per andare a comprare alimentari o farmaci (+7% rispetto al valore preso a riferimento). Ma anche, pur presentandosi una situazione molto diversa da zona a zona del nostro Paese, si frequentano più parchi, spiagge e altri luoghi all’aria aperta (+6%).
Il massimo aumento percentuale si registra però riguardo agli spostamenti verso le zone residenziali (+10%). Segno che non tutti i divieti sono sempre stati rispettati.
Il rapporto Google e le sue categorie
I dati elaborati da Google si riferiscono al campione di utenti che hanno attivato sui propri dispositivi elettronici la funzione “Cronologia delle posizioni” per il proprio account. Il rapporto aggrega ed elabora in forma assolutamente anonima i dati raccolti, arrivando a mostrare la variazione delle visite e della durata della permanenza presso luoghi diversi.
Sono 6 le macro aree nelle quali gli spostamenti sono stati presi in considerazione dal rapporto. Nell’area “Retail e tempo libero” rientrano attività come ristoranti, bar, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche e cinema.
In “Alimentari e farmacie” confluiscono gli spostamenti verso supermercati, magazzini per prodotti alimentari, mercati agricoli, negozi di specialità gastronomiche, parafarmacie e farmacie.
Nella categoria “Parchi” sono compresi parchi nazionali, spiagge pubbliche, porticcioli, aree cani, piazze e giardini pubblici.
“Stazioni trasporto pubblico” si riferisce agli hub del trasporto pubblico, come stazioni ferroviarie, della metropolitana e degli autobus. Le ultime categorie sono infine “Luoghi di lavoro” e “Zone residenziali”.
L’Italia vista da Google
La media nazionale non mostra come i comportamenti siano a volte anche molto differenti da territorio e territorio.
Il rapporto presenta così anche i dati scorporati regione per regione.
Quella con valori più vicini a quelli complessivi dell’Italia è la Toscana, quelle che si discostano di più sono Sardegna e Valle d’Aosta. Se non c’è nessuna regione con tutti i valori all’interno della media tendenziale, alcune (Abruzzo, Marche e Molise, ma anche Liguria, Trentino Alto Adige e Umbria) presentano ben pochi scostamenti dalle medie, così come si verifica nella categoria “Zone residenziali”.
La categoria in cui l’andamento è meno uniforme è invece quella dei “Parchi”. A determinare il complessivo +6% sono risultanze estremamente variegate. Da un lato ci sono realtà in deciso calo, come Sardegna (-43%), Campania (-35%), Valle d’Aosta (-32%), Basilicata (-31%), Puglia (-30%) o Trentino Alto Adige (-28%), Sicilia (-26%) o Molise (-24%).
Dall’altro, regioni invece con una crescita superiore alla media: Liguria (+25%), Friuli Venezia Giulia (+12%) e Lombardia (+11%).
Alcuni scostamenti più significativi
Al di là delle particolari considerazioni sulla categoria “Parchi”, vi sono altri dati che mostrano tendenze che si discostano dall’andamento generale.
La Campania e la Puglia, ad esempio, hanno una percentuale molto marcata di calo nelle categorie “Luoghi di lavoro” (-29%) e “Stazioni trasporto pubblico” (-44% in Campania, -46% in Puglia). Categoria, quest’ultima, dove invece la tendenza è ben diversa in Umbria (“solo -16%) e Friuli Venezia Giulia (-18%).
Il settore “Retail e tempo libero” frena bruscamente in Valle d’Aosta (-59%), Sardegna (-51%), Trentino Alto Adige (-45%) e sempre in Puglia (-41%).
In Emilia Romagna invece c’è un notevole aumento (+13%) per “Alimentari e farmacie” e un contenuto calo nei “Luoghi di lavoro” (-15%, come le Marche). Insieme all’Umbria, il Veneto segue in questa categoria con il -16% , con valori vicini alla media invece per “Retail e tempo libero” (-33%), “Alimentari e farmacie” (+5%), “Parchi” (+6%), “Stazioni trasporto pubblico” (-36%) e “Zone residenziali” (+9%).
Alberto Minazzi