In Italia e in Europa abbiamo un problema silenzioso e volatile: la scomparsa graduale degli insetti impollinatori.
Forse non tutti sanno che l’impollinazione entomofila, cioè quella svolta dagli insetti, è un servizio ecosistemico di regolazione: regola la riproduzione delle piante selvatiche e delle culture di cui ci nutriamo.
L’impollinazione è quindi estremamente importante nella tutela della biodiversità. Per la quale, il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, ha emanato una direttiva affinchè siano migliorate le azioni a tutela degli insetti impollinatori, dai quali dipende oltre il 70% della produzione agricola italiana e la gesione sostenibile delle aree marine.
Aree protette: parchi nazionali e aree marine
La Direttiva Biodiversità 2021 è indirizzata a tutti gli enti parco nazionali e alle aree marine protette per l’indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità.
Le aree protette, istituite con una apposita legge nel 1991, sono periodicamente destinatarie di direttive di “indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità” da parte del ministro dell’Ambiente (ora ministro della Transizione ecologica).
In Italia sono 871, per un totale di oltre 3 milioni di ettari di terra tutelati, circa 2.850mila ettari di mare e 658 chilometri di costa.
I Parchi nazionali sono 24 e occupano quasi 1,5 milioni di ettari a terra e 71 mila a mare.
Le Aree marine protette, invece, sono 32, per circa 222mila ettari di estensione a cui si aggiungono due parchi sommersi ed il Santuario internazionale dei mammiferi marini, con altri 2.5 milioni di ettari protetti (dati del VI aggiornamento dell’Elenco Ufficiale delle Aree protette).
Gli insetti impollinatori
La biodiversità negli ultimi decenni ha subito continue minacce: dal consumo del suolo, all’eccessiva urbanizzazione, alle emissioni inquinanti, portando alla progressiva decrescita demografica di specie fondamentali per l’ecosistema come gli insetti impollinatori.
Gli insetti impollinatori si nutrono del nettare dei fiori, immergendosi sopra di essi con gran parte del loro corpo, sul quale si trattiene il polline. Passando quindi di fiore in fiore, rilasciano il polline di una pianta su un’altra, consentendo la formazione del frutto e la nascita di una nuova pianta.
Il valore economico dell’impollinazione animale nelle colture destinate all’uomo nel mondo è stimata in miliardi di dollari e tutto questo, senza una opportuna tutela di queste specie, rischia di subire un drastico calo.
Il problema non è solo italiano ed è oggi al centro della nuova Strategia dell’Unione Europea per la biodiversità e del Piano per il ripristino della natura.
Direttiva biodiversità 2021
«La salvaguardia della natura, attraverso la protezione e il riprestino delle zone umide, la gestione sostenibile di zone marine, di foreste, pascoli e terreni agricoli – recita la Direttiva del ministero della Transizione ecologica- è determinante per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti e l’adattamento ai cambiamenti climatici».
Gli Enti parco nazionali dovranno così ora “assicurare la prosecuzione e il consolidamento delle azioni sugli impollinatori”.
Ciò significa che l’attività di monitoraggio sarà incrementata e aggiornata alla luce dello schema eruropeo per fornire informazioni complete e omogenee sulle popolazioni degli insetti impollinatori e fornire indicazioni per efficaci azioni di contrasto al rischio che si estinguano. Il monitoraggio, come specifica la Direttiva Biodiversità 2021, riguarda “gli apoidei selvatici (le api), i lepidotteri diurni e notturni (farfalle e falene) e i sirfidi (vespe o bombi).
Valentina Rossi