Qualche luce di spiraglio, un Rt in discesa, il numero dei vaccinati in salita, una più ridotta presenza di positivi, il dato di ospedalizzazione che nella maggior parte delle regioni offre una tregua e la quasi totalità di arancione di cui si è colorata l’Italia.
Un po’ ovunque nel Paese si scaldano i motori e, mentre davanti a Montecitorio anche oggi migliaia di persone protestano chiedendo di tornare a lavorare, si fanno avanti le prime ipotesi di come potrà essere la riapertura in tutta Italia.
Di bar e ristoranti, di musei, cinema e teatri, di palestre e di locali di intrattenimento.
L’obiettivo resta prima di tutto la sicurezza.
Le aspettative per fine aprile
I protocolli non sono più una novità per un Paese che già si è rodato dopo il primo lockdown.
Viene ribadito da più parti: non si tratterà di un “mea libera tutti”.
Si dovrà andare per gradi, con l’occhio vigile ai dati e agli indicatori che a breve dovrebbero essere aggiornati dal Ministero della Salute.
Ma le aspettative delle categorie economiche iniziano a puntare sulla fine di aprile.
Il Decreto Sostegni prevede dopo il 16 una rivalutazione della situazione generale, con la possibilità per il governo di intervenire con delle delibere di deroga per le regioni virtuose.
Lo stesso governo sta procedendo per l’istituzione, con l’Unione Europea, del Green Pass; non propriamente un passaporto vaccinale ma quasi: riporterà la nota dell’avvenuta vaccinazione per chi l’ha già conclusa, oppure l’esito di un tampone fatto prima di partire o, ancora, la certificazione di guarigione da Covid.
Linee guida delle regioni pronte in settimana
Sono state aperte le scuole, è prevista la ripresa, a maggio, dei concorsi pubblici in presenza.
Ora la Conferenza delle regioni sta predisponendo delle linee guida comuni da sottoporre al governo al fine di consentire a bar e a ristoranti di lavorare a pranzo e cena, alle fiere e agli eventi di riprendere quanto meno all’aperto, ai musei, ai cinema e ai teatri di riaprire le porte, agli italiani di vivere.
La road map ancora dev’essere definita ma le proposte non mancano.
Ristoranti aperti a pranzo e cena
La ristorazione chiede di riprendere a lavorare con gli orari consueti, potendo quindi far sedere a tavola la propria clientela sia a pranzo che a cena.
Almeno fino alle 23. Gli addetti del settore rilevano come sul piano della sicurezza i loro locali siano già stati adeguati alle nuove esigenze con l’inserimento di tutto ciò che è stato previsto dai protocolli stilati dopo il primo lockdown.
La Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) domani (13 aprile) incontrerà il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, al quale sottoporrà le nuove proposte.
Tra queste, il vincolo della consumazione al tavolo, che potrebbe già rappresentare una misura di sicurezza consentendo di regolare gli accessi e di far mantenere le distanze di sicurezza. Oppure l’obbligo di prenotazione, attraverso la quale garantirsi una serie di informazioni quali le generalità di chi la effettua, il numero di persone e stato di convivenza.
Discoteche
Anche i gestori delle discoteche sono in fermento. I loro locali sono chiusi da inizio pandemia “ma ora– sostiene Tito Pinton, titolare dello storico Muretto di Jesolo, dove ha gestito in passato anche il Kings e ora nuovo gestore, con il Gruppo Cipriani, del celebre “Musica” di Riccione – ci stiamo preparando a ripartire. Le modalità per farlo in sicurezza non mancano. Penso alle prenotazioni attraverso le prevendite online, che consentono anche di registrare i dati anagrafici di chi acquista il biglietto d’ingresso favorendo quindi il tracciamento delle persone nel caso in cui si verificassero dei contagi. Penso a dei tamponi obbligatori da fare prima di entrare in discoteca e a costo delle discoteche. A percorsi differenziati per entrate e uscite, ai balli all’aperto, con mascherine e personale addetto al controllo dotato di potere di multare chi non le indossa, pena l’esclusione dal club dopo la terza sanzione”.
Le ipotesi messe in campo sono molte. “E’ più facile chiudere una discoteca che una piazza e così finora è stato fatto – dice l’imprenditore – In realtà non solo un locale si può controllare più facilmente ma si potrebbe anche lavorare in serenità. Oltretutto – conclude – non si è mai pensato di usare noi nella comunicazione e questo secondo me è stato un grave errore perché sappiamo come parlare ai giovani”.
Eventi
In ballo, ci sono anche le numerosissime agenzie per eventi italiane e i wedding planner, fermi da sempre proprio come gli operatori del mondo della notte. Chiedono la ripresa della loro attività di organizzazione dei matrimoni, civili e religiosi, per poter iniziare nuovamente a lavorare. Come? Con le stesse modalità previste per i ristoranti, con l’aggiunta di poter disporre con certezza di un elenco degli invitati e la responsabilità di garantire il distanziamento di almeno un metro e mezzo tra gli ospiti .
Come Fipe, anche CNA ha pronto un elenco di proposte che vorrebbe fossero valutate dal Comitato Tecnico Scientifico, dal quale spera di ottenere il via per la riapertura delle attività economiche produttive e ricreative che rappresenta.
Il primo scoglio, per tutti, resterà la valutazione della situazione epidemiologica. La cabina di regia del governo dovrebbe riunirsi questa settimana per confrontare i dati a disposizione (indicatori sui contagi, numero di positivi, di ricoveri e di decessi, andamento della campagna vaccinale) e le misure proposte dagli operatori del settore.
Tra i dati sanitari, implacabili sono infatti anche quelli economici per una nazione che, secondo le stime, nel 2020-2021 perderà tra il 5% e il 7% di Pil. Il turismo, che rappresenta da solo il 10% del Pil italiano e fa da volano anche al resto dell’economia, ha registrato una perdita di fatturato del 70% e ha bisogno di una definire una strategia e una strada da perseguire, anche perché altri Paesi competitors, soprattutto Spagna e Grecia, dopo aver scaldato i motori, la prima marcia l’hanno già ingranata.
Consuelo Terrin