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Viaggi pasquali all’estero: ecco come funzionerà il rientro

Viaggi pasquali all’estero: ecco come funzionerà il rientro

Dalle stringenti norme anti contagio per il periodo pasquale legate alla pandemia decise dal Governo, sono rimasti fuori i viaggi verso alcuni Paesi. Anche se sarà possibile uscire dai confini per festeggiare la Pasqua, una nuova ordinanza del Ministero della Salute ha però previsto ora un rigido protocollo da rispettare quando le persone rientreranno in Italia.

Le misure per il rientro dall’estero

Chi si reca all’estero fino al 6 aprile, anche nei Paesi europei, dovrà segnalare ai Dipartimenti di prevenzione il proprio ritorno dopo la permanenza fuori dal territorio nazionale.
Sarà infatti obbligatorio, in questo caso, effettuare un tampone per controllare l’eventuale positività. E, in ogni caso, anche se l’esito del test sarà negativo, i viaggiatori di rientro dovranno rimanere a casa per almeno 5 giorni.

Al termine della quarantena, dovrà essere effettuato un nuovo tampone, molecolare o rapido, e solo in caso di negatività termineranno le prescrizioni. In ogni caso, se durante i 5 giorni dovessero presentarsi dei sintomi, le persone interessate dovranno segnalarli all’Ulss di riferimento. Che, come ha spiegato il direttore della Prevenzione del Veneto, Francesca Russo, effettuati i necessari accertamenti valuterà nel caso se prolungare la quarantena o trasformarla in isolamento.

Vaccini verso l’esaurimento in Veneto

Nonostante nella giornata di martedì 30 siano arrivate le 83 mila dosi annunciate del vaccino Pfizer-BioNTech, che sono state distribuite alle Ulss a partire dal pomeriggio e di cui è partita da oggi la somministrazione, il Veneto sta per esaurire le scorte di sieri anti-Covid.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. “Nei prossimi giorni – ha spiegato – per forza di cose ridurremo le somministrazioni. E ci sono Ulss come quella Euganea, che potrà convocare per i vaccini solo fino a giovedì 1 aprile, dovendo cancellare quelle previste da venerdì in poi”.

Al momento, le Ulss tengono infatti accantonate dosi per solo un paio di giorni, per garantire i richiami.
Tra le scorte, ovviamente, non ce ne sono di AstraZeneca, che ha tempi più lunghi per la seconda somministrazione. Proprio il vaccino anglo-svedese è però in ritardo, visto che le 100 mila dosi annunciate sono partite nella serata di martedì dal Belgio e arriveranno a Pratica di Mare tra giovedì sera e venerdì mattina.
In ritardo anche le 38 mila dosi di Moderna, che saranno consegnate all’Italia solo domani, quando invece avrebbero dovuto essere distribuite sul territorio.

La situazione della campagna vaccinale

Il Veneto, da venerdì, sarà così costretto a rallentare, proprio dopo aver toccato, nella giornata di martedì 30, il tetto massimo di vaccinazioni effettuate: 35.464, che portano il totale di prime dosi a 868.537 e i cicli completati a 245.316. La percentuale di popolazione over 80 raggiunta è il 65,1%, quella degli operatori sanitari l’85%, mancando all’appello circa 10.200 persone, per le quali le Ulss farà ora partire i richiami. I medici di base, nel frattempo, stanno vaccinando nelle medicine di gruppo i pazienti nella fascia tra 70 e 79 anni.

Una delle conseguenze della frenata sarà la non garanzia della somministrazione del vaccino ai familiari over 65 conviventi che accompagneranno in un centro vaccinale una persona appartenente a una categoria prioritaria (over 80, superfragili e disabili). Questi almeno fino a lunedì potranno farne richiesta in loco, ma senza avere diritto all’inoculazione se non ci sono dosi disponibili. Il sistema, in ogni caso, cambierà da lunedì prossimo, visto che da allora la vaccinazione sarà regolata attraverso il portale online attivo come annunciato da domani.

In attesa di Dpcm e cabina di regia

Per la serata di oggi, mercoledì 31 marzo, il Governo dovrebbe nel frattempo presentare il nuovo Dpcm, in vigore da martedì 6 aprile. “Ancora non abbiamo nessuna anticipazione in merito”, precisa Lanzarin. E venerdì ci sarà la nuova riunione della cabina di regia, per l’assegnazione delle singole regioni alle varie fasce.

Il Veneto, ragionando col metro regionale, è appena entrato nella “fase 4”, anche se ci sono alcune realtà ancora in fase 3, cioè con un tasso di ricoveri minore. E, in ogni caso, l’incidenza di nuovi positivi sui tamponi effettuati è pur sempre “inferiore rispetto a quella nazionale”, sottolinea l’assessore. Il dato è del 5,28% nelle ultime 24 ore, quando si è registrato un ulteriore aumento dei ricoveri complessivi (ora sono 2.241, +42), ma un calo di quelli in terapia intensiva (299, -3).

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