Un nuovo damasco in seta pura. Si chiama “San Polo” ed è l’omaggio della storica Tessitura Rubelli a Venezia per i suoi 1600 anni.
“Figlio” del preziosissimo e inossidabile damasco “San Marco“, stabilmente in collezione da oltre un secolo, il nuovo tessuto sarà presentato il 25 marzo sui canali social Instagram e Facebook di Rubelli, in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni del Comune di Venezia.
Alle 16, quando tutte le chiese del patriarcato di Venezia suoneranno le campane a distesa, partirà sui social il breve video ambientato nella sede storica della tessitura, Ca’ Pisani Rubelli a San Samuele, sede dello showroom e dell’archivio storico dell’azienda tessile veneziana.
Il damasco “San Polo” e la tradizione tessile di Venezia
Rassicurante nel disegno ed estroverso nel colore, San Polo va ad affiancare l’intramontabile San Marco, un tessuto caratterizzato da un disegno grandioso, mai passato di moda, capace di incutere rispetto.
Nel corso degli anni San Marco è entrato in palazzi storici, dimore lussuose e sedi di rappresentanza: il Quirinale e il Ministero di Grazia e Giustizia a Roma, Palazzo Ducale, Palazzo Querini Stampalia e Palazzo Vendramin Calergi (sede del Casinò) a Venezia, il Musée du Louvre a Parigi.
“San Marco e San Polo sono due proposte decorative dalla forte personalità – spiega Nicolò Favaretto Rubelli – Proprio come quella di un grande mercante ed esploratore veneziano, il cui nome è curiosamente racchiuso nei nomi dei due damaschi Rubelli… al netto dei Santi: Marco Polo. La sua Via della Seta, che ancora oggi rimanda a una rotta che conquista e affascina viaggiatori e sognatori di ogni età, ha contribuito a rafforzare una tradizione tessile che ha visto Venezia dapprima commerciare tessuti provenienti da Bisanzio e dall’Oriente per poi diventare uno dei più importanti centri di produzione di pregiate stoffe in seta, raggiungendo il suo apice nel Quattrocento”.
Due significati in uno
Rubelli ha raccolto questa eredità, coltivando e perfezionando l’arte tessile di Venezia. Preziosi, raffinati, ricchi e leggeri come solo la seta consente, San Marco e San Polo sono la più alta espressione della produzione serica Rubelli. Presentano il tipico rilievo del damasco crespo caratteristico della lavorazione manuale di un tempo, hanno un forte legame con Venezia. Insieme i due tessuti rievocano il nome del grande viaggiatore Marco Polo, come spiegato da Nicolò Favaretto Rubelli, ma singolarmente assumono anche un altro significato. San Marco non è solo il patrono della città lagunare, è anche uno dei sei sestieri in cui è divisa Venezia; così come lo è San Polo, che prende il nome dalla chiesa di San Paolo Apostolo, per i veneziani San Polo appunto.
Per Venezia “un tessuto glamour, pieno di energia”
Ciascuno dei due damaschi è declinato in una palette (campioni) di 16 varianti.
Per una Venezia che compie 1600 anni, ecco che ogni singolo colore diventa così un omaggio a ogni secolo di vita della città. “Il neo-nato San Polo – aggiunge Nicolò Favaretto Rubelli – è un damasco versatile e vivace: con una scala dimezzata rispetto al capostipite San Marco, cattura con i suoi colori “schietti” e smaglianti, vicini al gusto contemporaneo. A otto varianti tono su tono, fanno da contrappunto otto varianti con ordito e trama in contrasto. Queste ultime sono il risultato di studiati abbinamenti di colore, frutto di contrapposizioni e antitesi cromatiche che esaltano gli effetti cangianti. Il motivo decorativo ridotto e i colori luminosi, del tutto nuovi e pieni di energia, rendono San Polo un tessuto glamour, pieno di energia, che strizza l’occhio anche al mondo della moda: adatto per dettagli fashion, non solo per la decorazione”.
I damaschi artistici veneziani
L’azienda Rubelli è nata nel 1889, quando Lorenzo Rubelli rilevò la ditta di Giobatta Trapolin, rinomata per la produzione di passamanerie, velluti controtagliati, soprarizzi, lampassi e broccati imitanti l’antico.
Il successo fu immediato e ben presto il commercio delle stoffe Rubelli fu esteso in Italia e in Europa.
Durante la prima guerra mondiale, Dante Zeno decise di trasferire a Firenze telai e operai per salvaguardarli dagli eventi bellici. La produzione si è diversifica nel tempo, orientandosi verso uno stile più contemporaneo, senza mai abbandonare i temi che hanno reso celebre il tessile veneziano nei secoli.
I tessuti dell’azienda sono stati esposti con successo prima alle edizioni della Mostra Internazionale delle Arti Decorative della Villa Reale di Monza e, in seguito, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano, oltre ad essere utilizzati in contesti prestigiosi, come nell’arredo del treno reale nel 1928.
Claudia Meschini