Circa 4 mila chiamate in un anno. Richieste di aiuto e di sostegno psicologico, di consigli per i figli, per se stessi, di uno scudo contro le paure.
Il report di un anno di pandemia è un bollettino di sofferenza che coinvolge tutte le fasce d’età e che apre uno squarcio inquietante sulle giovani generazioni.
Quelle che a lungo abbiamo pensato indenni dal virus e dalle sue conseguenze ma che stanno dando segnali che hanno fatto scattare l’allerta tra gli esperti.
inOltre: professionisti all’ascolto
inOltre, il servizio attivato dalla Regione Veneto nel 2012 per dar conforto psicologico alle vittime della crisi economica e far fronte al fenomeno dei suicidi tra gli imprenditori, da marzo 2020 è tornato alla ribalta.
Il numero verde 800334343 non ha mai smesso di suonare, ma in un solo anno, dal 19 marzo 2020 alla stessa data del 2021, ha registrato il 32,7% delle chiamate giunte negli otto anni precedenti.
Malattia e decessi hanno sconvolto la nostra società e in Veneto, come nel resto d’Italia, sono in aumento gravi risvolti psicologici.
Chi si rivolge al servizio psicologico gratuito
«L’emergenza Covid-19 – spiega la Dott.ssa Emilia Laugelli, psicologa all’Ospedale Alto Vicentino Santorso e direttrice di inOltre – si sta ripercuotendo negativamente a livello psicologico su una larghissima fascia di popolazione colpita o no dal virus. Ci sono l’ansia legata alla paura di ammalarsi, le incertezze e i dubbi sui vaccini, le difficoltà economiche. Se un anno fa le telefonate riguardavano soprattutto la preoccupazione di essere contagiati e la difficoltà nel gestire la quotidianità in lockdown, oggi la tipologia di telefonate è cambiata.
Ritorna il rischio suicidi
A distanza di un anno dall’esplosione del virus, si rivolge al servizio in maggior percentuale chi è contagiato e ha il terrore di finire in terapia intensiva, chi ha mille ansie sul tema vaccini sia per la paura di farlo e avere effetti collaterali sia per il timore di non poterlo ricevere. In quest’ultimo periodo le richieste di aiuto si sono fatte più preoccupanti. Analizzando le chiamate sono purtroppo in aumento i rischi di depressione alta e la propensione al suicidio legati anche alla chiusura delle attività lavorative».
Un aiuto per gestire le paure anche tra gli adolescenti
Il servizio è attivo tutti i giorni e in tutte le ore del giorno e della notte. A garantirlo, nove operatori che, dopo i colloqui telefonici, valutata la scala di rischio della chiamata, si attivano indirizzando verso un percorso di presa in carico del sistema sanitario pubblico o con colloqui dedicati.
«I risvolti del Covid stanno colpendo anche molti adolescenti – rileva Laugelli- Noi non possiamo rispondere ai minorenni, ma riceviamo parecchie telefonate da parte di genitori. Sono spaventati per i loro figli ai quali la situazione generale, unita all’obbligo di didattica a distanza, ha tolto completamente la socialità con i coetanei. Madri e padri preoccupati perché vedono i figli vivere un quotidiano virtuale, chiusi tra le pareti domestiche davanti al computer o al cellulare, vinti da un’inarrestabile pigrizia.
Il volto drammatico che si delinea è quello di un’adolescenza senza un ruolo, un impegno, delle cose da fare.
I numeri di “inOltre” e il supporto su vari fronti
C’è anche un’altra fascia d’età in pericolo. E’ quella delle persone con età compresa tra i 31 e i 50 anni (35%), soprattutto al femminile. Sono le donne, infatti, ad aver chiamato maggiormente (57%) inOltre.
Gli uomini segnano una soglia più bassa, ma non di molto: 43%.
Ma sono un po’ tutte le generazioni ad esser state messe in difficoltà dal virus.
Il 16% ha tra 18 e 30 anni; il 34% da 51 a 70, mentre gli over 70 sono il 15%.