Padova e Treviso verso la fascia 4 di ospedalizzazione. Obiettivo vaccinazione ultraottantenni entro prima settimana di aprile
Con un range che va dal 7% al 20%, la media italiana di malati di Covid-19 che finiscono in rianimazione è attualmente tra il 10 e l’11%.
Un quadro generale nel quale il Veneto, con il 13%, mostra dati leggermente superiori. Ma ci sono situazioni, come quella della provincia di Padova, in cui il dato arriva al 25%, con un tasso di occupazione che la avvicina all’ingresso nella quarta fascia regionale. “Di questo 25% – ha aggiunto il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor, presentando le cifre – c’è per di più un’alta frequenza di variante inglese, trattandosi quindi di pazienti mediamente molto gravi”.
L’andamento dell’epidemia in Veneto
C’è un’altra provincia, quella di Treviso, che si sta avvicinando alla fascia 4 nella scala veneta, anche se in questo caso per il numero di pazienti ricoverati in area non critica. La regione nel suo complesso resta però al momento in fascia 3, in una condizione che quindi non richiede ancora il blocco delle attività ospedaliere programmate. Quasi tutte le strutture hanno già riconvertito alcuni reparti e al massimo si è registrato qualche ritardo o posticipazione di interventi rinviabili.
Nelle ultime 24 ore, un piccolo rallentamento nell’aumento dei ricoveri c’è stato: il totale è salito a 1.821, con 10 persone in più in area medica e 4 in terapia intensiva. Ma, ha sottolineato Flor, cresce il numero di positivi sui tamponi effettuati: con 1.761 nuovi casi su 42.222 test, l’incidenza è ora del 4,17%. “E ricordo – ha rimarcato il direttore generale – che anche l’aumento del numero di tamponi effettuati riflette la necessità di farli, perché significa che aumentano le situazioni che richiedono un monitoraggio”.
Vaccini: ad aprile aumenta Pfizer
La notizia positiva del giorno è la conferma che la Regione ha ricevuto riguardo alle forniture dei vaccini. Da aprile, le dosi di Pfizer passeranno a 120 mila, rispetto alle 83 mila attese per martedì prossimo e le 56.100 in calendario per il martedì successivo.
“Questo – ha spiegato Flor – ci consentirà di accelerare molto sugli ultraottantenni e le categorie superfragili, che sono le nuove priorità fissate dal piano nazionale, recepito ora anche dal nostro nuovo piano regionale”.
Fino ai nuovi rifornimenti di martedì 23, la capacità di effettuare nuove prime dosi in Veneto è pari attualmente a circa 4.500 persone. E mancano ancora all’appello circa 220 mila ultraottantenni, a fronte dei 130 mila già vaccinati. Resta l’obiettivo di completare almeno la prima somministrazione per tutti i più anziani al massimo entro la prima settimana di aprile, mentre si è completata ieri quella dei malati di fibrosi cistica.
I nuovi piani regionali
Nel nuovo piano di sanità pubblica, così come nella revisione del piano vaccinale, che sono stati illustrati dalla responsabile della Prevenzione, Francesca Russo, sono intanto state recepite le ultime circolari ministeriali. In condivisione con le altre Regioni è stata inoltre risolta la questione della vaccinazione dei non residenti che lavorano in un’altra regione o dei soggetti che si curano fuori dai propri confini regionali.
Il criterio di base è quello che la vaccinazione avviene nel territorio dove il soggetto lavora o viene curato, ferma restando la possibilità di farla nel comune di residenza.
Si introducono inoltre nuovi criteri per l’utilizzo dei test, per il contact tracing e per il periodo di isolamento o quarantena (che torna da 10 a 14 giorni). E si ristabilisce la tempistica di screening periodici per gli operatori sanitari precedente all’avvio della vaccinazione. Sul fronte del piano vaccinale, invece, viene meno tra le categorie prioritarie quella dei servizi essenziali.