Il vaccino anti-Covid determina un aumento dei rischi di coagulazione del sangue, potendo causare decessi? A oggi, vedendo i primi risultati degli approfondimenti effettuati sul siero di AstraZeneca ancora bloccato, sembra di no. Ma è quello che l’Europa attende di sapere con certezza.
Indipendentemente da quello che diranno Ema e Aifa, la Regione pensa però di far partire un progetto per saperne di più sull’effetto che i vaccini hanno sulla capacità di coagulazione del sangue.
Il progetto di studio sulla coagulazione
Il professor Paolo Simioni dell’Università di Padova, esperto in materia, ha presentato l’idea al presidente Luca Zaia e al direttore generale della Sanità regionale, Luciano Flor. Si tratterebbe di un progetto, ancora da scrivere e poi da presentare al comitato etico, che non si limiterebbe ai soli sieri anti-Covid, ma a tutti i vaccini.
Con la ricerca si valuterebbe, sui volontari che si mettessero a disposizione, la capacità di coagulazione del sangue prima della somministrazione del vaccino. Questa sarebbe nuovamente analizzata dopo l’avvenuta vaccinazione. “Noi – ha dichiarato Zaia, annunciando la possibilità di un prossimo avvio del progetto – siamo assolutamente a favore di un monitoraggio random sulla popolazione”.
Zaia: siamo come a marzo 2020
Il contagio, nel frattempo, continua a diffondersi rapidamente anche in Veneto. I nuovi positivi sono 2.191, con un tasso di incidenza del 5,23% sui 41.845 vaccini effettuati. Continuano ad aumentare anche i morti, arrivati a 10.259 (+59 in 24 ore) e i ricoverati: 1.807, +62 ma +193 nelle ultime 48 ore. I pazienti in area non critica sono ora 1.600 (+52) e quelli in terapia intensiva per il Covid 207 (+4), a cui aggiungerne altri 292 in rianimazione per altre cause.
“I modelli – ammette Zaia – ci danno previsioni in ulteriore ascesa, con quella di fine marzo come settimana più impegnativa. Sembra la replica dell’anno scorso e, con questi dati di crescita, c’è il rischio di ripetere la situazione di marzo 2020. Il modello dice che possiamo superare le 300 terapie intensive, che raggiunsero il massimo a 356 lo scorso anno. E dovremmo superare i ricoveri in area non critica, che furono 2.068 prima di iniziare a scendere. Speriamo che ci aiutino la bella stagione e la campagna vaccinale, anche quella già fatta”.
Vaccini in Veneto: a che punto siamo
A oggi, in Veneto sono state somministrate 556.366 dosi di vaccino, con 174.936 soggetti che hanno completato il ciclo con il richiamo. Ieri, le vaccinazioni sono state 11.942, di cui 6.526 prime dosi. “Mediamente – ha valutato il presidente – allo stato attuale perdiamo circa 10 mila vaccinazioni al giorno”: Senza dimenticare che il target fissato è di arrivare a regime a 50 mila vaccinazioni quotidiane, con una macchina vaccinale che conterà su 1.300 persone.
“Puntavamo – ha ricordato Zaia – a vaccinare tutti i Veneti per l’estate. Adesso l’obiettivo, che può essere già una grande sfida, e arrivare a completare per quella data almeno le vaccinazioni degli over 70”.
Le vaccinazioni degli over 80
Si prosegue intanto, in base al piano regionale, con le chiamate degli over 80. Sono già state effettuate quelle delle classi 1941, 1940, 1939 e 1929 e questa settimana è prevista la chiamata per la classe 1938 e per quelle dal 1911 al 1932.
Da lunedì prossimo partiranno le classi 1937 e dal 1930 al 1932 e l’ultima settimana di marzo quelle del 1933, 1934 e 1935.
Il calendario ipotetico sarà comunque presentato domani, 18 marzo. E si sta valutando anche il tema delle liste d’attesa. “L’idea in caso rimangano scoperte delle dosi – ha spiegato al riguardo Zaia – potrebbe essere quella di chiamare i soggetti già calendarizzati per il giorno successivo, chiedendo loro la disponibilità ad anticipare di un giorno la vaccinazione”.
Le linee parallele del piano vaccinale veneto
La macchina vaccinale messa a punto dagli ingegneri gestionali della Regione prevede 58 punti vaccinali già esistenti. Punti che, come ha chiarito l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, se necessario potranno comunque essere implementati. La campagna vaccinale complessiva, comunque, prevede anche una serie di linee parallele.
C’è quella che prevede il coinvolgimento dei medici di base, che dovrebbero iniziare a vaccinare forse già la prossima settimana. C’è quella con gli specializzandi, per cui è stato ora chiuso l’accordo. Si tratta di un contingente di circa un migliaio di medici a Padova e 350 a Verona, che saranno assunti con contratto di lavoro autonomo a tempo determinato. E poi ci sono, ancora in itinere, altri tre protocolli con avallo a livello nazionale: quelli con odontoiatri, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali interni. Con le farmacie, invece, sono già avvenuti i contatti a livello regionale, ma si attende prima l’accordo nazionale.