Giovedì 18 marzo l’Ema scioglie le riserve
Le morti sospette fanno paura. E bene hanno fatto a sospendere temporaneamente la somministrazione di AstraZeneca per effettuare gli opportuni accertamenti, .
Lo pensano tutti.
Il blocco precauzionale intacca però psicologicamente la fiducia sul vaccino delle persone, che fin da subito hanno iniziato a disdire appuntamenti dapprima agognati rinviandoli a un momento di maggior chiarezza.
Tra gli specialisti, tuttavia, si respira un’aria diversa.
“Nessuna evidenza di collegamenti”
L’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali, ha già rilevato, comunicandolo durante una conferenza stampa, che “non ci sono evidenze di collegamenti” tra le morti per trombosi e i vaccini effettuati.
Giovedì 18 marzo saranno sciolte le riserve dell’analisi supplementare svolta.
Nel frattempo, gli esperti non hanno dubbi sulla sicurezza del vaccino.
Cosa ne pensano gli esperti
“C’è da premettere che, durante la sperimentazione, AstraZeneca, rispetto agli altri vaccini, non ha manifestato fenomeni indesiderati – spiega Lorenzo Moretta, immunologo e patologo dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma – Anche statisticamente, il numero dei casi di trombosi che si sono registrati, in relazione al numero dei vaccini effettuati con Astrazeneca, 15 milioni tra Inghilterra ed Europa, non è rilevante se si pensa che ogni anno, in Italia, ci sono circa 8 mila casi di trombosi”.
E’ dello stesso parere il collega, responsabile dell’Unità di Ricerca di Immunologia Traslazionale, Enrico Maggi.
“La media è di sei decessi ogni milione di dosi – rileva – Non è detto che il nesso causale sia dimostrabile ma la rarità fa pensare più alla casualità che a una correlazione diretta tra il vaccino e le morti che ci sono state”.
Gli studi autoptico e del pregresso clinico dei pazienti aiuteranno l’Ema a dare una valutazione finale. Al vaglio, ci sono infatti i dati raccolti in tutta Europa su ogni singola morte per verificare “tutti gli eventuali effetti collaterali legati al siero”.
La valutazione viene quindi fatta caso per caso.
“Nel frattempo è stata presa una decisione saggia -dice Moretta – E’ giusto che si facciano le opportune verifiche. Tuttavia è auspicabile che la campagna di vaccinazione riprenda il più presto possibile, perché ogni giorno continuano a morire per Covid tra le 300 e le 400 persone ed è evidente come in Gran Bretagna, per esempio, la vaccinazione di massa abbia diminuito in modo importante sia la mortalità che l’incidenza della malattia”.
Possibili errori “tecnici” sulle dosi?
“Quando un nuovo farmaco entra in commercio c’è una sorveglianza molto stretta, con segnalazioni di ogni effetto – rileva Enrico Maggi – In un bacino così ampio aumentano quindi anche le segnalazioni. In Inghilterra però non si sono manifestate tante anomalie. Potrebbero esserci stati anche errori tecnici, nella quantità delle dosi. Ritengo molto improbabile che a determinare quelle morti sia stato il vaccino in sé, mentre è pericoloso ritardare troppo la ripresa della campagna vaccinale a regime, perché questo potrebbe determinare conseguenze peggiori”.
Consuelo Terrin