E ora? Che succede sul piano vaccinale?
Mentre il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, generale di corpo d’armata nominato dal premier Draghi, appronta il nuovo piano dicendo “dobbiamo accelerare, riusciremo a vincere questa sfida e a debellare questo tremendo virus”, milioni di vaccini AstraZeneca sono bloccati.
In via precauzionale sono stati sospesi in attesa che Ema si pronunci dopo le opportune verifiche.
La prima dose e la nota dell’Oms
Ma chi già ha fatto la prima dose? Potrà farsi somministrare la seconda con un vaccino diverso? Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, renderà note quanto prima le procedure che le Ulss dovranno seguire in merito.
Dall’Oms, però, giunge già una prima nota della direttrice del dipartimento per i vaccini Datherine O’ Brien: “Per ora sconsigliamo l’utilizzo di due vaccini diversi, perché ci sono ancora pochi studi a riguardo”.
Al momento, quindi, si escludono miscugli di diverse tipologie di siero. Sembra più probabile che, per chi ha già fatto il primo AstraZeneca, l’iter sia da concludere con la sola prima somministrazione nel caso in cui le dovute verifiche non escludessero totalmente la correlazione con le morti sospette (15 casi di trombosi o coaguli di sangue e 22 di embolia polmonare su 15 milioni di vaccinati con questo siero).
Il piano vaccinale va avanti spedito
Nel frattempo, il piano vaccinale messo a punto dal commissario Figliuolo con il Governo va avanti puntando a una distribuzione efficace e all’incremento delle somministrazioni.
Secondo il piano, il numero di somministrazioni giornaliere per poter raggiungere la vaccinazione dell’80% della popolazione entro il mese di settembre è di 500 mila dosi, triplicate quindi rispetto a quelle in corso, pari a circa 170mila.
Con quali vaccini?
Anche in questo caso, determinante sarà la decisione su AstraZeneca, uno dei vaccini sui quali l’Italia aveva puntato maggiormente. Ma altri vaccini sono in dirittura d’arrivo. Tra questi, il Johnson &Johnson, che dovrebbe essere già disponibile in Italia ad aprile.
Il piano, prima della sospensione di AstraZeneca, prevedeva l’arrivo, entro la fine di giugno, di altri 52 milioni di dosi e di ulteriori 84 milioni prima dell’autunno.
Con una riserva vaccinale pari a circa l’1,5% delle dosi per poter far fronte alle esigenze impreviste e inviarle laddove vi fosse necessità.
E’ probabile che le stime vadano ora ritarate. Ma è ancora prematura ogni considerazione, visto che AstraZeneca potrebbe essere riabilitato dagli ulteriori studi e analisi in corso.
Le forze in campo
Per procedere con il piano messo a punto da Figliuolo saranno in ogni caso impiegati medici di medicina generale (fino a 44 mila), odontoiatri (fino a 60 mila) e medici specializzandi (fino a 23 mila). Inoltre sono in fase di definizione anche accordi per coinvolgere nella campagna medici sportivi, medici competenti dei siti produttivi e della grande distribuzione, oltre che ai medici convenzionati ambulatoriali e ai farmacisti.
Lo stoccaggio nazionale dei vaccini è previsto in un hub nazionale individuato nell’aeroporto di Pratica di Mare con la sola eccezione di Pfizer Biontech, che consegnerà direttamente le proprie dosi. Le consegne saranno effettuate da corriere espresso sda con Poste italiane e dal comparto Difesa e Sicurezza.
Da punti tampone a punti vaccino
Intanto si procede a velocità sempre più spedita con le operazioni Igea e Os del ministero della difesa che prevedono la trasformazione di punti adibiti ai tamponi in punti per la somministrazione rapida del vaccino.
A Milano, nel frattempo, il Ministro Lorenzo Guerini ha inaugurato il primo “Drive through”: il primo spazio trasformato in Presidio Vaccinale della Difesa. Si tratta di un’area di circa 2.000 mq e di un parcheggio di 20.000 mq. che, a pieno regime, potrà arrivare a 2.000 somministrazioni di vaccini al giorno.