Domani, venerdì 5 marzo, è un nuovo giorno cruciale nell’assegnazione delle diverse regioni d’Italia nelle varie fasce colorate a seconda della diffusione del contagio da Covid-19. Il Paese si colorerà presumibilmente sempre più di arancione scuro, se non di rosso. E anche il Veneto, dopo un lungo periodo in zona gialla, si prepara al ritorno in arancione.
I dati “da arancione”
È stato lo stesso presidente, Luca Zaia, ad ammettere, con una metafora, che “verosimilmente, purtroppo, si tornerà a ballare”. Il dato dell Rt medio degli ultimi 14 giorni è infatti risalito, in Veneto, a 1,12, con una punta minima di 0,94 e una massima di 1,41. L’incidenza regionale è invece a 151,3 su 100 mila abitanti. “Abbiamo davanti – ha sottolineato Zaia – settimane impegnative: non so quanto si impenneranno le curve, ma di sicuro riprenderanno ad andare su”.
Il paradosso degli ospedali
Se il Veneto, tutto sommato, oggi sta meglio di molte altre parti d’Italia, non ci sono dunque motivi per cantare vittoria o abbassare la guardia. Sebbene ci sia una “situazione atipica”, come l’ha definita il presidente, riguardo ai tassi di ospedalizzazione. “Rischiamo di passare di fascia – ha evidenziato Zaia – nonostante i dati sui ricoverati non siano importanti. Questo grazie al fatto che veniamo da due mesi abbondanti in cui abbiamo potuto dare ossigeno agli ospedali”. L’occupazione delle terapie intensive è così oggi al 12% rispetto alla soglia critica del 30%. E quella in area medica del 14% su un 40% che farebbe scattare l’allarme. Di certo, con 47 persone ricoverate ogni giorno, il dato è già più che raddoppiato rispetto a qualche settimana fa.
Scuole: il Padovano si avvia alla chiusura?
La Regione sta intanto continuando l’analisi delle diverse realtà subregionali per valutare l’eventualità di chiudere le scuole. Decisioni ancora non ne sono state prese. Ma è chiaro che, anche solo ragionando a livello provinciale, ci sono realtà maggiormente in difficoltà nei confronti del parametro dell’incidenza a 250 su 100 mila abitanti fissato dal nuovo Dpcm per la chiusura automatica dei plessi scolastici. È il caso soprattutto di Padova, che è già a 200. “Ho l’impressione – ha commentato il presidente – che continuando a questi ritmi la prossima settimana sforerà quota 250”.
Il monitoraggio sulle scuole
Nel corso del punto stampa è stato anche presentato l’aggiornamento del monitoraggio in corso sulle scuole da parte del Dipartimento di prevenzione regionale. Tra il 7 gennaio e il 4 marzo, ad esempio, sono stati registrati 1.991 eventi di positività, che hanno coinvolto 2.372 studenti, più altri 34.152 messi in quarantena, e 323 tra docenti e operatori, a cui se ne aggiungono 2.238 in quarantena. Gli eventi attualmente attivi sono 928, per altrettanti studenti e 155 docenti, con rispettive 16.490 e 967 quarantene. Nelle ultime due settimane, in particolare, sono raddoppiati gli eventi alle superiori, passando da 51 a 102.
Vaccini: la novità approvate a livello nazionale
Zaia ha quindi annunciato di aver ricevuto dal ministro Speranza (che incontrerà domani, 5 marzo, i governatori in una riunione alle 9.30 in cui interverrà anche il nuovo commissario per l’emergenza Figliuolo) un’attesa novità. È stata cioè recepita, e diventerà legge, la linea guida dell’Ecdc che prevede la somministrazione di una sola dose di vaccino a chi è stato infettato dal Covid da meno di 6 mesi. È invece ancora aperto il dibattito sulla proposta di dilatare i tempi tra prima e seconda dose. Il target fissato dal Veneto, intanto, è di 17.000 vaccinazioni a settimana, potendo raggiungere quota 40-45.000 con l’ormai prossimo coinvolgimento dei medici di base. Tutto, però, logicamente dipenderà dalla disponibilità di dosi.