Il tema degli intermediari nelle trattative per l’acquisto di vaccini anti-Covid tiene banco, sia a livello europeo che a livello nazionale.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sottolinea che non ci sono garanzie per i sieri acquistati dai singoli Stati o dalle Regioni (come sta cercando di fare il Veneto) attraverso questa via. In Italia, invece, sono scesi in campo i Nas. Partendo dall’Umbria, hanno raggiunto anche il Veneto.
La Regione dai Nas
Il direttore della Sanità regionale, Luciano Flor, è stato infatti convocato questa mattina (19 febbraio ndr) dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Treviso. Lo stesso Flor, che sta conducendo le trattative per l’acquisto dei vaccini per la regione Veneto, in data 12 febbraio, come rilevato dal presidente Luca Zaia, aveva scritto ai Nas per informarli del fatto che la regione aveva chiesto ad Aifa l’autorizzazione a procedere con trattative e acquisti. “Ho dato io mandato a Flor in questo senso – ha detto nel corso del quotidiano punto stampa Zaia -. Ben venga l’operazione partita dalla procura di Perugia. Spero che finalmente faccia chiarezza e ci metta in condizione di capire se, con gli intermediari, ci troviamo di fronte un popolo di millantatori o se, tra di loro, ci sia in effetti qualcuno che ha in mano qualcosa di buono. Auspico quindi una verifica profonda e incisiva, per evitare che si continui con discorsi da stadio”.
Veneto isola felice ma preoccupata
Appare evidente che la chiarezza sulla questione potrebbe accelerare le cose. Se anche questa settimana il Veneto sembra poter restaer in zona gialla, i numeri dei contagi destano preoccupazione. In Veneto la curva calante tiene per il momento. Ma sia in Italia che all’estero sono molte le comunità in difficoltà: Umbria, Abruzzo o Alto Adige, tanto per citare i casi italiani più significativi ricordati da Zaia, ma anche Germania, Francia o Gran Bretagna oltre confine. “Occorre fare quanto prima una riunione tra presidenti di Regione per cercare di concordare le azioni da tenere, nella prospettiva dell’ormai imminente scadenza del Dpcm il 5 marzo”, ha affermato Zaia.
Verso il nuovo Dpcm
Riguardo al Veneto, Zaia ha sottolineato come i 657 nuovi positivi trovati nelle ultime 24 ore possano rappresentare l’inizio di una nuova curva.
“Per questo non mi stancherò mai di ripetere l’appello a essere prudenti – ha ribadito- Il vero tema del nuovo Dpcm sarà la situazione epidemiologica. Bisognerà vedere cosa accadrà la prossima settimana: se si parlerà di varianti inglese e brasiliana e di un’epidemia importante, l’abito sartoriale che sarà disegnato avrà regole più ferree per la vita dei cittadini”.
Un anno di pandemia
Domenica 21, intanto, sarà passato un anno dall’inizio dell’emergenza.
“Un anno – ha commentato Zaia – che non dimenticheremo mai, che si è tradotto in un incubo in cui siamo stati privati della nostra libertà”.
Provando a guardare il bicchiere mezzo pieno, Zaia ha quindi affermato: “L’aspetto bello di tutto questo è che abbiamo riscoperto la comunità, che il popolo veneto è venuto fuori tutto. Non avremmo raggiunto tanti risultati, se i Veneti non si fossero coalizzati contro il virus. Ma adesso è fondamentale uscirne rapidamente. E l’unica strada è la vaccinazione, perché tra qualche mese qualcuno dirà “tu sì, tu no” a seconda che sia vaccinato o meno. E il rischio è di perdere competitività, oltre che di perdere la nostra libertà”.