L’Unione europea lancia un nuovo programma dedicato allo studio delle mutazioni del virus.
“A meno che le misure non farmaceutiche non vengano continuate o addirittura rafforzate, nei prossimi mesi dovrebbe essere previsto un aumento significativo dei casi e dei decessi correlati al Covid-19″
Con queste parole Andrea Ammon, direttrice dell’Ecdc, l’Agenzia Europea per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, rende noto l’ultima valutazione del rischio sul Covid-19 in Europa che preoccupa gli esperti Ue.
Il timore è che si stia andando incontro a una nuova forte ondata e che i vaccini non siano in grado di fermare i contagi a causa delle mutazioni del virus.
Von der Leyen: “Aiutiamo le aziende a sviluppare la loro capacità di produzione”
Il documento dell’Ecdc evidenzia una maggiore gravità dello scenario in prospettiva e la possibilità che i vaccini contro il Covid-19 esistenti e autorizzati siano parzialmente o significativamente meno efficaci contro le varianti.
Una preoccupazione che è stata colta dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che, in un’intervista a Les Echos ha dichiarato: “Dobbiamo aiutare le aziende a sviluppare capacità di produzione per questi vaccini di seconda generazione. Per questo, lanceremo un nuovo programma dedicato allo studio delle mutazioni del virus. Riunirà laboratori, autorità sanitarie, scienziati e Commissione europea”.
Iter autorizzativi più snelli
Il piano prevede un flusso continuo di scambio di informazioni con l’Agenzia europea per i farmaci (EMA) in modo che l’agenzia possa accelerare il processo di autorizzazione per i futuri vaccini in base alle mutazioni.
La stessa Ema nei giorni scorsi ha chiesto alle case produttrici di vaccini di presentare dati sulla protezione dei loro farmaci contro le varianti emergenti( inglese, sudafricana o brasiliana) e le informazioni raccolte serviranno per “un documento di riflessione che definirà i dati e gli studi necessari per gli adattamenti dei vaccini esistenti alle mutazioni attuali o future di SARS-CoV-2 nell’Unione europea.
Mutazioni anche per la proteina N
Nel frattempo, in Italia, è arrivata una nuova circolare del Ministero della Salute sui test antigenici rapidi che segnala a tutti gli operatori, data la circolazione delle nuove varianti del virus, che “è da tenere presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio”.
Valentina Rossi