Arriva da Israele la speranza di aver finalmente trovato la cura per guarire dall’infezione da Covid-19, rapidamente e senza effetti collaterali.
I primi test mostrano infatti come possano bastare da 3 a 5 giorni di inalazioni del farmaco, chiamato EXO-CD24, per avere risultati positivi nel 96,6% dei casi, anche gravi.
Portando cioè alla guarigione prima che si scateni la reazione imputata di provocare il maggior numero di decessi legati al coronavirus. Con un aerosol.
EXO-CD24: cos’è
Ideato dal professor Nadir Arber, EXO-CD24 è stato sviluppato in laboratorio da un team di scienziati dell’Ichilov Medical Center di Tel Aviv facenti capo al ricercatore Shiran Shapira.
Si tratta di un farmaco poco costoso (a differenza ad esempio degli anticorpi monoclonali) per il quale è sufficiente un’inalazione nelle vie aeree di pochi minuti, da ripetersi una volta al giorno per cinque giorni.
Arrivando il principio attivo direttamente ai polmoni, si evitano tra l’altro gli effetti collaterali che potrebbero derivare nell’organismo dalla somministazione.
EXO-CD24: come funziona
Alla base del farmaco ci sono gli esosomi, una sorta di minuscole vescicole di forma sferica. Questi vengono rilasciati dalla membrana cellulare e vengono utilizzati per trasportare le sostanze da cellula a cellula.
Questi piccoli “sacchetti” vengono riempiti in laboratorio con una proteina, chiamata CD24, naturalmente presente sulla superficie delle cellule. E’ proprio lei che gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del sistema immunitario, evitando che l’organismo sviluppi un’eccessiva reazione infiammatoria.
Cosa evita il nuovo farmaco
A causare l’esito letale legato al Covid-19 è infatti in molti casi la cosiddetta tempesta di citochine. Si tratta di una risposta autoimmune con cui l’organismo, in risposta all’infezione in atto, produce una serie di anticorpi che vanno ad attaccare le cellule sane e altre sostanze prodotte dall’organismo stesso, come i fosfolipidi o gli interferoni di tipo I. La malattia evolve così verso forme più gravi, fino a provocare la morte del soggetto, ma probabilmente causando anche conseguenze di lungo periodo. La proteina CD24, che arriva direttamente ai polmoni, riesce ad evitare che il corpo secerna questo eccesso di citochine.
La sperimentazione
Nella prima fase di sperimentazione, il farmaco è stato somministrato a 30 pazienti infetti, ricoverati in condizioni moderate o gravi nell’ospedale israeliano. Come riporta il giornale “Times of Israel”, 29 di questi sono stati dimessi tra i 3 e i 5 giorni dall’inizio della somministrazione. E anche l’ultimo dei soggetti sottoposti alla terapia, alla fine, è guarito, sia pure con tempi più lunghi. È chiaro che il test ha riguardato un campione piuttosto limitato. Ma l’esito ha incoraggiato a proseguire nella sperimentazione su un più ampio numero di pazienti. Nella fase-2, si cercherà di capire anche se EXO-CD24 possa essere efficace pure sulle varianti del virus.